Venerdì 10 maggio, alle 21, il cardinale Angelo Scola presiederà in Duomo un Rosario meditato in una serata dal titolo “Invochiamo il dono dello Spirito Santo insieme con Maria, la Madre di Gesù (cf At 1,14)”. Un’occasione di preghiera nell’ottica di“Abbattere i bastioni”, l’iniziativa che il cardinale Scola ha annunciato per il prossimo anno pastorale durante la Messa crismale del Gioverdì santo.
Si tratterà di una celebrazione comunitaria in cui il popolo di Dio che è in Milano - Comunità pastorali, parrocchie, associazioni, movimenti -, guidato dall'Arcivescovo, potrà esprimere la fede grata nel Signore che ha donato Maria come Madre e modello di vita. Collocata all’inizio del mese dedicato alla Madonna, la serata può rappresentare anche l’occasione per un pellegrinaggio parrocchiale mariano in Duomo. Il momento di preghiera è aperto a tutti. Sono particolarmente invitati i rettori dei Santuari mariani e dei sacerdoti cui sono affidate chiese dedicate a Maria. L’invito è esteso anche alle rappresentanze dei fedeli e ai malati che fanno riferimento ai Santuari o alle chiese mariane.
La celebrazione comunitaria vuole riproporre lo stile sobrio sperimentato durante la Via Crucis quaresimale, che ha visto grande afflusso di fedeli in Cattedrale e moltissime persone collegate via radio, tv e internet. Proprio con attenzione al motivo missionario di ”Abbattere i bastioni”, nella recita dei Misteri saranno coinvolte a turno persone in difficoltà lavorativa, famiglie immigrate, giovani, anziani o malati e una coppia in attesa di un bambino. Anche nel momento conclusivo il canto delle litanie sarà intervallato da intenzioni in cui riecheggeranno recenti interventi dell’Arcivescovo in merito ad “Abbattere i bastioni”. L’animazione musicale sarà curata dalla Cappella Musicale del Duomo.
Un analogo momento di preghiera fu voluto lo scorso anno dall’Arcivescovo in preparazione al VII Incontro mondiale delle Famiglie. In quella occasione il cardinale Scola raccomandò «la pratica del Rosario quotidiano, anche a frammenti mentre andiamo al lavoro, o una decina insieme in famiglia o prima di dormire», e inoltre partecipando «alla recita comunitaria che si svolge tutti i giorni nelle nostre parrocchie e comunità». In riferimento all’amore materno di Maria, pose in evidenza «il “mite coraggio del sì” al disegno provvidenziale di Dio». Un sì «alla vita, attraverso la generazione e l’educazione dei figli», «al lavoro e all’impegno quotidiano per edificare la propria dimora e la città di tutti» e alla condivisione dei bisogni», in «assoluta gratuità»: «Maria nulla pretende per sé, non afferma la sua volontà, ma sempre quella di un Altro, di Lui si fida e a Lui si affida». Richiamando infine la gioia di Maria, nata «dal dono totale di sé» e «che non teme di giungere fino al sacrificio», l’Arcivescovo chiese in conclusione alla Madonna «una speciale intercessione per tutte le famiglie».
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