venerdì 3 maggio 2013

Papa Francesco accoglie Benedetto XVI al suo rientro in Vaticano


Da ieri pomeriggio Benedetto XVI è di nuovo in Vaticano dopo il soggiorno di due mesi a Castel Gandolfo. Al suo arrivo nel convento “Mater Ecclesiae”, è stato accolto da Papa Francesco, poi insieme hanno pregato nella cappella del monastero. 

La foto dell’Osservatore Romano è una posa che resterà ben impressa. C’è il sorriso di Papa Francesco che accoglie sulla porta del Monastero “Mater Ecclesiae” in Vaticano Benedetto XVI. Anche sul volto del Papa emerito c’è il sorriso ma a colpire sono soprattutto le mani dei due che si stringono forte. Un’istantanea che rimanda ad una “grande e fraterna cordialità”, già espressa in passato nell’incontro a Castel Gandolfo il 23 marzo. Insieme – riferisce un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede – si sono recati nella Cappella del Monastero per un breve momento di preghiera. Benedetto XVI – si legge ancora – è lieto di rientrare in Vaticano, nel luogo in cui intende dedicarsi al servizio della Chiesa anzitutto con la preghiera: intenzione espressa già lo scorso 11 febbraio, giorno della rinuncia al Ministero petrino. Il Monastero, recentemente ristrutturato, è una casa accogliente – ha detto il Papa emerito - qui si può lavorare bene. Benedetto XVI è giunto in elicottero da Castel Gandolfo, la sua residenza per due mesi, dopo le 16.45 accompagnato da mons. Georg Gänswein, prefetto della Casa Pontificia. Ad accoglierlo all’eliporto, una folta delegazione vaticana guidata dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone. Poi il trasferimento al Monastero “Mater Ecclesiae” dove risiederà insieme a mons. Gänswein e alle Memores Domini che hanno già fatto parte della Famiglia pontificia negli ultimi anni.


La compresenza di Benedetto XVI e di Papa Francesco in Vaticano è anche un invito a riflettere sul profondo legame, nella vita cristiana, tra la dimensione contemplativa e quella dell’azione pastorale. E’ quanto sottolinea, al microfono di Antonella Palermo, il priore generale della Congregazione camaldolese, padre Alessandro Barban:RealAudioMP3 

R. – Noi abbiamo due grandi figure di Pontefici. Da un lato, il Papa emerito, Benedetto, con la sua grande testimonianza di fede, il suo servizio alla Chiesa, con la presenza contemplativa, con lo sguardo oltre l’odierno. Poi abbiamo Papa Francesco, un figlio di Sant’Ignazio, un gesuita. Anche lì, quindi, la preghiera e la contemplazione è molto forte. La Chiesa nella sua presenza nella storia del mondo, in mezzo agli uomini, fa risaltare sia con Papa Benedetto che con Papa Francesco questa dimensione della presenza, del servizio attivo, ma sempre anche questo rimando profondo alla vita di preghiera, di meditazione, alla dimensione contemplativa della vita cristiana.

D. – Mi sembra che quanto Sant’Ignazio di Loyola diceva a proposito della contemplazione in azione, che poi ogni cristiano dovrebbe vivere in prima persona, in questo momento storico, sia particolarmente esaltata...

R. – Sant’Ignazio di Loyola è stato veramente grande nell’aver intuito che la vita cristiana è una cosa sola. Noi venivamo da una separazione tra vita attiva e vita contemplativa, tra un impegno più apostolico e una dimensione – potremmo dire - più claustrale. Invece, Ignazio ci ha fatto capire quanto sia importante vedere la vita cristiana nel suo complesso, sia nella dimensione della presenza dell’apostolicità del servizio, ma anche ad esempio in quel rimando al senso ultimo, in questa dimensione più profonda della contemplazione.

Benedetta Capelli:


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