lunedì 10 febbraio 2014

IL TOTALITARISMO DEI MEDIOCRI

     
Una modesta classe politica inetta su molte cose di cui si dovrebbe occupare con più sollievo per tutti si mette di buzzo buono a cancellare dai documenti pubblici la parola madre e la parola padre. Come se fosse un dettaglio. Con una furia ideologica da regime totalitario, senza nemmeno sognarsi di chiedere il permesso al popolo - unico vero proprietario delle parole. Su tutto questo naturalmente, il chiacchierone Presidente Napolitano non ha nulla da dire.
I totalitarismi iniziano sempre lavorando sulle parole. Hanna la chiamano "ebrea", il bambino lo chiamano "embrione", il ragazzo "balilla", la "mamma" genitore (anche se non ha generato), per trasformare o eliminare pezzi di realtà. Con un pensiero da cimici che si fa scudo di una presunta missione di difesa dei diritti umani (di chi?) questi solerti politicuzzi e burocrati procedono alla cancellazione di nomi (e di cose) senza accettare nessuna messa in crisi dai dati della realtà, dalla statistica, dalla storia, dalla cultura. Forti di cosa? Di potere e propaganda. E quelli che sono forti di potere e propaganda si chiamano solo in un modo: totalitari.
Indicano un referendum per sapere se il popolo vuole la cancellazione di quelle parole, se ci sono altri modi per difendere i diritti di tutti. Abbiano il coraggio che manca ai dittatorucci. Gli intellettuali, primi traditori, naturalmente parlano d'altro. Li pagano per quello. Ma tutto il loro potere e la loro propaganda infarcita di luoghi comuni e di banalità che velano i dati, non riuscirà a cancellare le parole e il loro senso. Forse spetterà come in altri regimi della storia agli umili e agli artisti non far morire il senso presente e futuro delle parole dalla cancellazione che il potere sempre cerca di ottenere.
dr

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