Una presenza straordinaria ha caratterizzato l'inaugurazione della statua di San Michele in Vaticano: quella di Benedetto XVI accanto a Papa Francesco. L'abbraccio è avvenuto durante la semplice cerimonia per la benedizione della statua collocata davanti al Palazzo del Governatorato, e per la consacrazione dello Stato della Città del Vaticano a san Giuseppe oltreché all'arcangelo. Papa Francesco e Benedetto XVI, tornato in pubblico per la prima volta dal giorno della sua rinuncia, si sono ritrovati così uno accanto all'altro, venerdì mattina 5 luglio.
Al rito era presente Benedetto XVI, che aveva approvato il progetto tempo fa. Papa Francesco e il Papa emerito si sono abbracciati con affetto e sono rimasti vicini (nella foto) per tutta la cerimonia.
"Nei Giardini Vaticani - ha detto Francesco - ci sono diverse opere artistiche; questa, che oggi si aggiunge, assume però un posto di particolare rilievo, sia per la collocazione, sia per il significato che esprime. Infatti non è solo un'opera celebrativa, ma un invito alla riflessione e alla preghiera, che si inserisce bene nell'Anno della fede. Michele - che significa: "Chi è come Dio?" - è il campione del primato di Dio, della sua trascendenza e potenza. Michele lotta per ristabilire la giustizia divina; difende il Popolo di Dio dai suoi nemici e soprattutto dal nemico per eccellenza, il diavolo. E san Michele vince perché in Lui è Dio che agisce. Questa scultura ci richiama allora che il male è vinto, l'accusatore è smascherato, la sua testa schiacciata, perché la salvezza si è compiuta una volta per sempre nel sangue di Cristo. Anche se il diavolo tenta sempre di scalfire il volto dell'Arcangelo e il volto dell'uomo, Dio è più forte; è sua la vittoria e la sua salvezza è offerta ad ogni uomo. Nel cammino e nelle prove della vita non siamo soli, siamo accompagnati e sostenuti dagli Angeli di Dio, che offrono, per così dire, le loro ali per aiutarci a superare tanti pericoli, per poter volare alto rispetto a quelle realtà che possono appesantire la nostra vita o trascinarci in basso. Nel consacrare lo Stato Città del Vaticano a San Michele Arcangelo, gli chiediamo che ci difenda dal Maligno e che lo getti fuori".
"Noi - ha aggiunto - consacriamo lo Stato Città del Vaticano anche a San Giuseppe, il custode di Gesù, il custode della Santa Famiglia. La sua presenza ci renda ancora più forti e coraggiosi nel fare spazio a Dio nella nostra vita per vincere sempre il male con il bene. A Lui chiediamo che ci custodisca, si prenda cura di noi, perché la vita della Grazia cresca ogni giorno di più in ciascuno di noi".
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