sabato 20 luglio 2013

Il campeggio, scuola di vita

   in Valle d’Aosta l'Arcivesvovo di Milano  card. Angelo Scola incontra i ragazzi ambrosiani


 I
l campeggio non è solo «una forma di va­canza particolarmente significativa» e che «la diocesi di Milano promuove» con con­vinzione. Di più: il campeggio educa ad uno «stile di vita» che si offre come «fattore di ci­viltà », perché capace di valorizzare «il rapporto con la natura» e quello «con gli altri» per o­rientarli alla riscoperta del «rapporto con Dio». Così contribuendo a contrastare «il grande er­rore del nostro tempo: la dimenticanza di Dio».
  Parola di Angelo Scola, cardinale arcivescovo di Milano, che in visita ai campeggi ambrosiani in Valle d’Aosta – mentre ricorda il suo primo campeggio, nel 1959 – abbraccia con lo sguar­do i trecento ragazzi e gli educatori degli ora­tori di Valmadrera, Carugate, Cantalupo e Ner­viano e quelli della parrocchia di San Barna­ba di Milano, che lo hanno accolto appena fuori dall’abitato di Valgrisenche. Li abbraccia, li avvolge, li provoca, come un padre e un maestro che chiama i figli all’avventura della vita, alla sfida di cre­scere. E attingendo, nell’omelia della Mes­sa all’aperto, ad un ce­lebre passo evangelico – mentre le nubi mi­nacciano pioggia e ve­lano le vette intorno – spiega: nell’esperienza del campeggio vediamo come «l’ascolto di Maria non si oppone al servizio di Marta». E come «la presenza di Dio passa attraverso tut­ta la nostra vita concreta». E qui Scola affida ai ragazzi un messaggio che – anticipa – ri­lancerà «con la lettera pastorale del prossimo anno».
  Ebbene: «Finché non si impara a vedere che cosa c’entra Gesù con il mio modo di amare, di lavorare – che per voi ragazzi significa stu­diare – e di riposare, io non intravedo la stra­da del mio futuro, non vedo il cammino che fa diventare uomini e donne in senso pieno». Ma «per imparare ad amare, lavorare, riposa­re – scandisce – c’è bisogno di una compa­gnia. Di un’amicizia. Ecco il senso bello della Chiesa, della comunità cristiana. Dell’orato­rio. Dove ci dev’essere posto per tutti, anche per chi non crede o per chi ha pregiudizi ver-
 so i preti». Amare significa «volere il bene del­l’altro... Ci metti tutta la vita, per imparare!». Quindi, l’appello che Scola non si stanca di ri­lanciare ai ragazzi: non sprecate la vita, pren­dete sul serio la vocazione all’amore, vi chia­mi al matrimonio, al sacerdozio, alla vita reli­giosa. E coltivate quella chiamata nella «com­pagnia » dei genitori, dei preti, dei catechisti, degli educatori, insomma di adulti credibili.
  Ad accogliere Scola con i ragazzi e i parroci di Valmadrera, don Massimo Frigerio, di Caru­gate, don Claudio Silva, e di Valgrisenche, don Angelo Pellissier (84 anni, da 40 alla guida del­la piccola comunità) il presidente del Consi­glio regionale, Emily Rini, e i sindaci di Valgri­senche, Riccardo Moret, e di Introd, Vittorio Anglesio – località nota per aver ospitato Gio­vanni Paolo II e Benedetto XVI. E c’è il tempo per una riflessione sulla crisi di questi anni. Per superarla l’Italia e l’Europa – sostiene Scola –
hanno «bisogno» di un «nuovo» che non può scendere dall’alto, dalle élite, ma che nasce «dal basso, dal popolo», da quella «società ci­vile che è la vera ricchezza del nostro Paese». In questo scenario i giovani sono chiamati ad essere promotori di «costruzione e rinnova­mento della Chiesa e della civiltà in Europa». Con l’arcivescovo sono saliti nella Vallée don Samuele Marelli, direttore del Servizio dioce­sano per i ragazzi, gli adolescenti e l’oratorio, e don Massimo Pavanello, direttore del Servi­zio per la pastorale del turismo e dei pellegri­naggi – cui spetta di ricordare come l’incon­tro con Scola faccia da avvio alle celebrazioni del 30° di fondazione dell’associazione Cam­peggi Riuniti. I campeggi estivi ambrosiani coinvolgono ogni anno 15mila ragazzi. E la meta principale è proprio la Valle d’Aosta. Do­po la Messa sullo sfondo della diga di Beau­regard, il pranzo in località Planaval, con le ot­tanta ragazze del campeggio di Carugate. Poi nel pomeriggio il trasferimento a Rhêmes­Notre-Dame per un incontro di preghiera con i ragazzi di Cassina de’Pecchi, Busto Garolfo e Rivolta d’Adda (diocesi di Cremona), un po­co disturbato dalla pioggia. Dopo i saluti del vicario generale della dioce­si di Aosta monsignor Ferruccio Brunod e del sindaco Fulvio Centoz, Scola si rivolge ai ra­gazzi. «Dio ha un disegno di bene e d’amore su ciascuno di noi. Ma chi ci insegna a rico­noscere la presenza di Dio nella vita di ogni giorno, nelle dimensioni fondamentali dell’a­more, del lavoro, del riposo? Gesù, il Dio fat­to uomo, che è via, verità, vita». Che possia­mo incontrare anche in campeggio, «grazie alla bellezza della natura e a quella bellezza an­cor più grande che è la compagnia». Degli a­mici. E della Chiesa. 
 

Nessun commento: