Il campeggio non è solo «una forma di vacanza particolarmente significativa» e che «la diocesi di Milano promuove» con convinzione. Di più: il campeggio educa ad uno «stile di vita» che si offre come «fattore di civiltà », perché capace di valorizzare «il rapporto con la natura» e quello «con gli altri» per orientarli alla riscoperta del «rapporto con Dio». Così contribuendo a contrastare «il grande errore del nostro tempo: la dimenticanza di Dio». Parola di Angelo Scola, cardinale arcivescovo di Milano, che in visita ai campeggi ambrosiani in Valle d’Aosta – mentre ricorda il suo primo campeggio, nel 1959 – abbraccia con lo sguardo i trecento ragazzi e gli educatori degli oratori di Valmadrera, Carugate, Cantalupo e Nerviano e quelli della parrocchia di San Barnaba di Milano, che lo hanno accolto appena fuori dall’abitato di Valgrisenche. Li abbraccia, li avvolge, li provoca, come un padre e un maestro che chiama i figli all’avventura della vita, alla sfida di crescere. E attingendo, nell’omelia della Messa all’aperto, ad un celebre passo evangelico – mentre le nubi minacciano pioggia e velano le vette intorno – spiega: nell’esperienza del campeggio vediamo come «l’ascolto di Maria non si oppone al servizio di Marta». E come «la presenza di Dio passa attraverso tutta la nostra vita concreta». E qui Scola affida ai ragazzi un messaggio che – anticipa – rilancerà «con la lettera pastorale del prossimo anno». Ebbene: «Finché non si impara a vedere che cosa c’entra Gesù con il mio modo di amare, di lavorare – che per voi ragazzi significa studiare – e di riposare, io non intravedo la strada del mio futuro, non vedo il cammino che fa diventare uomini e donne in senso pieno». Ma «per imparare ad amare, lavorare, riposare – scandisce – c’è bisogno di una compagnia. Di un’amicizia. Ecco il senso bello della Chiesa, della comunità cristiana. Dell’oratorio. Dove ci dev’essere posto per tutti, anche per chi non crede o per chi ha pregiudizi ver- so i preti». Amare significa «volere il bene dell’altro... Ci metti tutta la vita, per imparare!». Quindi, l’appello che Scola non si stanca di rilanciare ai ragazzi: non sprecate la vita, prendete sul serio la vocazione all’amore, vi chiami al matrimonio, al sacerdozio, alla vita religiosa. E coltivate quella chiamata nella «compagnia » dei genitori, dei preti, dei catechisti, degli educatori, insomma di adulti credibili. Ad accogliere Scola con i ragazzi e i parroci di Valmadrera, don Massimo Frigerio, di Carugate, don Claudio Silva, e di Valgrisenche, don Angelo Pellissier (84 anni, da 40 alla guida della piccola comunità) il presidente del Consiglio regionale, Emily Rini, e i sindaci di Valgrisenche, Riccardo Moret, e di Introd, Vittorio Anglesio – località nota per aver ospitato Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. E c’è il tempo per una riflessione sulla crisi di questi anni. Per superarla l’Italia e l’Europa – sostiene Scola –hanno «bisogno» di un «nuovo» che non può scendere dall’alto, dalle élite, ma che nasce «dal basso, dal popolo», da quella «società civile che è la vera ricchezza del nostro Paese». In questo scenario i giovani sono chiamati ad essere promotori di «costruzione e rinnovamento della Chiesa e della civiltà in Europa». Con l’arcivescovo sono saliti nella Vallée don Samuele Marelli, direttore del Servizio diocesano per i ragazzi, gli adolescenti e l’oratorio, e don Massimo Pavanello, direttore del Servizio per la pastorale del turismo e dei pellegrinaggi – cui spetta di ricordare come l’incontro con Scola faccia da avvio alle celebrazioni del 30° di fondazione dell’associazione Campeggi Riuniti. I campeggi estivi ambrosiani coinvolgono ogni anno 15mila ragazzi. E la meta principale è proprio la Valle d’Aosta. Dopo la Messa sullo sfondo della diga di Beauregard, il pranzo in località Planaval, con le ottanta ragazze del campeggio di Carugate. Poi nel pomeriggio il trasferimento a RhêmesNotre-Dame per un incontro di preghiera con i ragazzi di Cassina de’Pecchi, Busto Garolfo e Rivolta d’Adda (diocesi di Cremona), un poco disturbato dalla pioggia. Dopo i saluti del vicario generale della diocesi di Aosta monsignor Ferruccio Brunod e del sindaco Fulvio Centoz, Scola si rivolge ai ragazzi. «Dio ha un disegno di bene e d’amore su ciascuno di noi. Ma chi ci insegna a riconoscere la presenza di Dio nella vita di ogni giorno, nelle dimensioni fondamentali dell’amore, del lavoro, del riposo? Gesù, il Dio fatto uomo, che è via, verità, vita». Che possiamo incontrare anche in campeggio, «grazie alla bellezza della natura e a quella bellezza ancor più grande che è la compagnia». Degli amici. E della Chiesa. |
sabato 20 luglio 2013
Il campeggio, scuola di vita
in Valle d’Aosta l'Arcivesvovo di Milano card. Angelo Scola incontra i ragazzi ambrosiani
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