domenica 14 luglio 2013

Dio vuole la misericordia più che i sacrifici: così il Papa all’Angelus


Il Buon Samaritano è colui che mette in pratica la volontà di Dio prendendosi cura del prossimo: così Papa Francesco all’Angelus ricorda l’insegnamento della parabola del vangelo di oggi sottolineando che “il cuore del samaritano è buono e generoso e ribadendo che il Samaritano "ebbe compassione”. Ricorda la figura di san Camillo de Lellis proprio oggi che si apre il quarto centenario dalla morte. Poi il pensiero alla prossima Gmg e una preghiera particolare nel 70° anniversario delle stragi di Volinia che hanno coinvolto il popolo polacco e il popolo ucraino. : RealAudioMP3 


“Dio vuole la misericordia più che i sacrifici”: ce lo dice Papa Francesco riflettendo sulla parabola del Samaritano che – spiega – “è l’esempio dell’amore per il prossimo”. Il Samaritano ebbe compassione di un uomo derubato e percosso, dice Francesco, ripetendo “ebbe compassione”. E Papa Francesco ci chiede di riflettere sulla scelta del samaritano come protagonista della parabola:

“Perché i samaritani erano disprezzati dai Giudei, a causa di diverse tradizioni religiose; eppure Gesù fa vedere che il cuore di quel samaritano è buono e generoso e che – a differenza del sacerdote e del levita – lui mette in pratica la volontà di Dio, che vuole la misericordia più che i sacrifici”.

E poi Papa Francesco aggiunge a braccio:

“Dio sempre vuole questo: la misericordia e non andare condannando a tutti, no! La misericordia del cuore, perché Lui è misericordioso. Lui sa capire le nostre miserie, le nostre difficoltà, anche i nostri peccati. Ci dà a tutti noi questo cuore misericordioso e questo è quello che fa quel Samaritano: imita proprio la misericordia di Dio, quella misericordia verso quello che ha bisogno.”

“Il Samaritano è l’esempio dell’amore per il prossimo”, dice Papa Francesco che in questo Angelus a Castel Gandolfo saluta gli abitanti di quella che definisce “questa bella cittadina”, ringraziando tutti, abitanti e pellegrini, per le preghiere. Sottolinea che proprio oggi la Chiesa ricorda San Camillo de Lellis, fondatore dei Ministri degli Infermi, patrono dei malati e degli operatori sanitari, che morì il 14 luglio 1614. E proprio oggi dunque si apre il quarto centenario, che culminerà tra un anno:

“Saluto con grande affetto tutti i figli e le figlie spirituali di san Camillo, che vivono il suo carisma di carità a contatto quotidiano con i malati. Siate come lui buoni samaritani! E anche ai medici, agli infermieri e a coloro che lavorano negli ospedali e nelle case di cura, auguro di essere animati dallo stesso spirito.”

Poi l’invocazione a Maria con il pensiero alla prossima Gmg in Brasile. Il Papa ricorda che i giovani partiranno prima di lui che si muoverà in aereo tra 8 giorni e chiede preghiere:

“Preghiamo allora per questo grande pellegrinaggio che comincia, perché Nostra Signora de Aparecida, patrona del Brasile, guidi i passi dei partecipanti, e apra i loro cuori ad accogliere la missione che Cristo darà loro.”

Anche qui un pensiero improvvisato, un pensiero simpatico:

“Ma si vede che ci sono tanti giovani di età, ma tutti siete giovani di cuore, eh? Ma, complimenti!”
Dopo la preghiera mariana, il Papa rivolge il pensiero al 70° anniversario delle stragi di Volinia, ricordate con una Messa nella Cattedrale di Lutsk. “Tali atti, - dice - provocati dall’ideologia nazionalista nel tragico contesto della IIª Guerra Mondiale, hanno causato decine di migliaia di vittime e hanno ferito la fratellanza di due Popoli, quello polacco e quello ucraino”.

“Affido alla misericordia di Dio le anime delle vittime e, per i loro popoli, chiedo la grazia di una profonda riconciliazione e di un futuro sereno nella speranza e nella sincera collaborazione per la comune edificazione del Regno di Dio.”
Il saluto speciale ai fedeli della diocesi di Albano, con il pensiero alla festa il 15 luglio di San Bonaventura, patrono di Albano, è arricchito di parole spontanee quanto affettuose:

Che domani sia una bella festa e tanti auguri! Ma io vorrei mandarvi una torta, ma… ma…tanto grande non so se la faranno…” 

Poi il saluto ai partecipanti al pellegrinaggio della Famiglia di Radio Maria a Jasna Góra, Częstochowa. E a tutti i pellegrini, gruppi parrocchiali, famiglie, giovani, “specialmente quelli venuti dall’Irlanda e i giovani sordi che stanno vivendo a Roma un incontro internazionale”. E il saluto alle Suore di Santa Elisabetta, con l’augurio di “un fruttuoso rinnovamento spirituale”; le Apostole del Sacro Cuore di Gesù, con famiglie di diverse nazioni; le Figlie della Divina Carità, impegnate nel Capitolo generale; e le Superiore delle Figlie di Maria Ausiliatrice.


  • Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:
  • PRIMA DELL’ANGELUSCari fratelli e sorelle, buongiorno!
    Oggi il nostro appuntamento domenicale dell’Angelus lo viviamo qui a Castel Gandolfo. Saluto gli abitanti di questa bella cittadina! Voglio ringraziarvi soprattutto per le vostre preghiere, e lo stesso faccio con tutti voi pellegrini che siete venuti qui numerosi.
    Il Vangelo di oggi – siamo al capitolo 10 di Luca – è la famosa parabola del buon samaritano. Chi era quest’uomo? Era uno qualunque, che scendeva da Gerusalemme verso Gerico sulla strada che attraversa il deserto della Giudea. Da poco, su quella strada, un uomo era stato assalito dai briganti, derubato, percosso e abbandonato mezzo morto. Prima del samaritano passano un sacerdote e un levita, cioè due persone addette al culto nel Tempio del Signore. Vedono quel poveretto, ma passano oltre senza fermarsi. Invece il samaritano, quando vide quell’uomo, «ne ebbe compassione» (Lc 10,33) dice il Vangelo. Si avvicinò, gli fasciò le ferite, versandovi sopra un po’ di olio e di vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e pagò l’alloggio per lui… Insomma, si prese cura di lui: è l’esempio dell’amore per il prossimo. Ma perché Gesù sceglie un samaritano come protagonista della parabola? Perché i samaritani erano disprezzati dai Giudei, a causa di diverse tradizioni religiose; eppure Gesù fa vedere che il cuore di quel samaritano è buono e generoso e che – a differenza del sacerdote e del levita – lui mette in pratica la volontà di Dio, che vuole la misericordia più che i sacrifici (cfrMc 12,33). Dio sempre vuole la misericordia e non la condanna verso tutti. Vuole la misericordia del cuore, perché Lui è misericordioso e sa capire bene le nostre miserie, le nostre difficoltà e anche i nostri peccati. Dà a tutti noi questo cuore misericordioso! Il Samaritano fa proprio questo: imita proprio la misericordia di Dio, la misericordia verso chi ha bisogno.
    Un uomo che ha vissuto pienamente questo Vangelo del buon samaritano è il Santo che ricordiamo oggi: san Camillo de Lellis, fondatore dei Ministri degli Infermi, patrono dei malati e degli operatori sanitari. San Camillo morì il 14 luglio 1614: proprio oggi si apre il suo quarto centenario, che culminerà tra un anno. Saluto con grande affetto tutti i figli e le figlie spirituali di san Camillo, che vivono il suo carisma di carità a contatto quotidiano con i malati. Siate come lui buoni samaritani! E anche ai medici, agli infermieri e a coloro che lavorano negli ospedali e nelle case di cura, auguro di essere animati dallo stesso spirito. Affidiamo questa intenzione all’intercessione di Maria Santissima.
    E un’altra intenzione vorrei affidare alla Madonna, insieme a tutti voi. E’ ormai vicina la Giornata Mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro. Si vede che ci sono tanti giovani di età, ma tutti siete giovani nel cuore! Io partirò tra otto giorni, ma molti giovani partiranno per il Brasile anche prima. Preghiamo allora per questo grande pellegrinaggio che comincia, perché Nostra Signora de Aparecida, patrona del Brasile, guidi i passi dei partecipanti, e apra i loro cuori ad accogliere la missione che Cristo darà loro.
    DOPO L’ANGELUS

    Cari fratelli e sorelle,
    mi unisco in preghiera ai Presuli e ai fedeli della Chiesa in Ucraina radunati nella Cattedrale di Lutsk per la Santa Messa di suffragio, in occasione del 70° anniversario delle stragi di Volinia. Tali atti, provocati dall’ideologia nazionalista nel tragico contesto della IIª Guerra Mondiale, hanno causato decine di migliaia di vittime e hanno ferito la fratellanza di due Popoli, quello polacco e quello ucraino. Affido alla misericordia di Dio le anime delle vittime e, per i loro popoli, chiedo la grazia di una profonda riconciliazione e di un futuro sereno nella speranza e nella sincera collaborazione per la comune edificazione del Regno di Dio.
    Penso anche ai Pastori e ai fedeli partecipanti al pellegrinaggio della Famiglia di Radio Maria a JasnaGóra, Częstochowa. Vi affido alla protezione della Madre di Dio e vi benedico di cuore.
    Saluto con affetto i fedeli della diocesi di Albano! Invoco su di loro la protezione di San Bonaventura, loro patrono, di cui domani la Chiesa celebra la festa. Che sia una bella festa e tanti auguri! Saluto tutti i pellegrini qui presenti: i gruppi parrocchiali, le famiglie, i giovani, specialmente quelli venuti dall’ Irlanda; i giovani sordi che stanno vivendo a Roma un incontro internazionale.
    Saluto le Suore di Santa Elisabetta, alle quali auguro un fruttuoso rinnovamento spirituale; le Apostole del Sacro Cuore di Gesù, con famiglie di diverse nazioni; le Figlie della Divina Carità, impegnate nel Capitolo generale; e le Superiore delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

    A tutti auguro una buona domenica e buon pranzo!

  • http://it.radiovaticana.va

    Nessun commento: