sabato 1 novembre 2014

I Santi, nostri amici e veri «trasgressori»

Trasgredire. Andare contro corrente. Chi di noi non ha provato, almeno in una stagione della vita, il desiderio di voler essere a tutti i costi originale? Di prendere le distanze dai comuni mortali e spingersi in avanti? Di innalzarsi al di sopra della massa per raggiungere il podio? Trasgredire da sempre eccita i giovani, non li intimorisce. Purtroppo non sempre, non tutti riescono a distinguere il male dal bene; il bene dal meglio. Il pericolo della confusione è sempre dietro l’angolo; e nella confusione si nascondono le insidie. Perché porre un freno ai desideri, spegnere i sogni, temere di sfidare il destino? Perché non giocarsela tutta la partita della vita? Si chiedono i ragazzi a ogni generazione. Sulla terra, nei secoli, miliardi di esseri umani, hanno provato gli stessi sentimenti, avvertito le stesse spinte, gli stessi bisogni, e ognuno li ha sentiti come assolutamente nuovi e originali. 

Tanti che pur si dissero 'trasgressori', in fondo non furono veramente tali. Piacere e dovere; bene privato e bene pubblico; egoismo e carità. Binomi indissolubili come i matrimoni celebrati in chiesa. I primi li sentiamo quasi sempre amici, per i secondi non sempre proviamo simpatia. La tentazione di separarli è forte. Quando accade, però, si contano i feriti come dopo una battaglia. Ogni valore è veramente tale solo se resta rispettoso e umile. Se non si fa prepotente con i deboli. Se sa convivere con gli altri. Per il diritto che reclamo ad alta voce nessuno – né oggi né domani – dovrà pagare il conto. Nessuno dovrà piangere una lacrima. Nessuno dovrà maledirmi negli anni che verranno. Rispetto per tutti. Per coloro che hanno voce per gridare e
per chi ancora non può pronunciare una parola. 

Per il bimbo che la mamma porta a scuola e per il fratellino che lentamente le fa crescere nuovamente il grembo. Per il compagno di banco col viso color carbone e per la nonna che non si alza più dal letto. Per chi vorrebbe stringere al suo petto un figlio e per chi è costretta a generarlo, partorirlo e venderlo per non morir di fame. Trasgredire, dicevamo. Andare contro corrente. Possiamo farlo? Certamente, possiamo. Anzi dobbiamo farlo. Essere originali? È un obbligo. Ogni uomo è unico e irripetibile. Nuovo come nuovo è il giorno che viviamo. 

Chi è allora il vero trasgressore? Quando, come e perché possiamo affermare che per davvero sta realizzando in pienezza la sua vita? Quando ha fatto veramente centro? La Chiesa oggi ci indica una schiera infinita di queste persone belle. Sono i santi, nostri grandi amici. Persone tra loro tanto diverse: per età, condizione sociale, temperamento, epoca in cui vissero. C’è tra essi chi ha fatto cose talmente strabilianti da metterci a disagio. 

Sono i martiri che ogni secolo ha conosciuto. Coloro che per amore a Cristo e agli uomini, alla Chiesa e al mondo non mentirono, non tradirono, non rinnegarono. Nemmeno la tortura li fece retrocedere. Troviamo poi bambini, giovincelli, suorine, donne e uomini umili e semianalfabeti. Non tutti fecero grandi cose. Molti non solcarono i mari, né sfidarono la spada. E poi papi e vescovi; teologi e filosofi insigni. Re e regine; sudditi e soldati; pastorelli e monache. E ancora… ancora… ancora… Ma cosa hanno in comune Teresina di Lisieux e Ignazio di Antiochia? Pietro il pescatore, Giovanni Bosco ed Edith Stein? 
Ardevano tutti di amore per Dio e per il prossimo. Mai e poi mai si sarebbero accontentati di ciò che si impone e appare. 

Volevano 'trasgredire'. E non per essere superiori ai loro amici, ma per farsi loro servitori. Avevano compreso la grande verità: solo chi ama, chi comprende, chi perdona 'trasgredisce' veramente. Perché ogni volta che alla vanità e all’orgoglio; all’egoismo e alla stoltezza si negano l’accesso in casa propria ci si eleva. Si vede meglio Dio. Si intravede meglio l’uomo e il suo cuore grande e tante volte miserabile. La carità è una montagna dalla cui vette si vedono cose che occhio mai non vide. Occorre arrivare a tutti i costi in cima. I santi ci sono riusciti e ci indicano la meta. Per facilitarci la scalata ci hanno lasciato in dono gli attrezzi, i rifugi, i sentieri e le provviste. Non siamo all’anno zero.
 
Abbiamo la piccozza della fede, i chiodi della nostra umanità e la brama di contemplare il cielo. L’uomo non basterà mai a se stesso. In un piccolo torace ospita un cuore dalle dimensioni immense. Limitato e fragile sa di poter osare l’impossibile. 

L’uomo è capace di 'contenere' Dio e di perdersi a sua volta nel grande mare del suo Essere. I santi lo capirono. Chiediamo oggi la loro intercessione mentre tentiamo di incamminarci per la stessa strada. Vogliamo anche noi 'trasgredire'. Ma trasgredire per davvero. Andare contro corrente. E non c’è altra possibilità di farlo se non innamorandoci svisceratamente del Dio di Gesù Cristo per poter amare e servire i fratelli che incontriamo sul cammino. Buona festa di Ognissanti.
Maurizio Patriciello

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