Presentazione di Gesù al Tempio (Giotto)
Ml 3, 1-4
l’offerta gradita al Signore
Salmo 24 ”Entri il Signore nel suo Tempio santo”
Rm 15, 8-12 Fedeltà di Dio nel compiere le promesse dei
padri
Lc 2, 22-40 Il primo viaggio a Gerusalemme di Gesù, accolto
da due persone, anelanti il nuovo
Attesa fedele appagata
❶ Con
un detto passato in proverbio, si afferma: “chi cerca trova”. Il
messaggio divino odierno ne presenta l’attuazione. Due persone, in attesa di
ciò che da generazioni veniva tramandato, vedono le profezie avverarsi; il “Messaggero”, inviato da Dio, è davanti
ai loro occhi: “I miei occhi hanno visto la tua salvezza”. I due si sentono
appagati, sono arrivati al punto di non ritorno: “Ora lascia, Signore che il
tuo servo vada in pace”. L’incontro con l’Atteso genera serenità e pace, ora
non c’è più nulla di importante. Come i Pastori che provarono grandissima
gioia, come i Maghi, che tornano dopo l’Incontro, trasformati, la vita ora ha un
senso. Il Salmo è il commento orante
dell’ingresso di Dio nella storia, sembra uno scambio di battute tra i cori
angelici, che assistono a due eventi straordinari: il canto della “discesa”: “entri
il Signore”, è il suo natale nel mondo e tra i suoi abitanti, poi vi è il canto
dell’ “ascesa” (risurrezione). Le porte antiche sono simboli delle nostre teste
e dei nostri cuori: se si aprono, può entrare il Re della gloria, così realizza
le antiche promesse dei padri (Paolo).
❷ In
questo affastellarsi di memorie, Luca riporta un evento dell’infanzia di Gesù: il
suo primo incontro con la Città santa, che è il centro della narrazione, il
tempio è appena nominato. Tutto il Vangelo di Luca è incastonato nel grande VIAGGIO alla Città santa di Gesù, fino
al Calvario; Gerusalemme è il punto di partenza per la missione della Chiesa, è
il centro geografico e simbolico dell’opera di salvezza. Luca scrive il suo
Vangelo (come gli altri Evangelisti) dopo la Pasqua e l’episodio odierno è
“pasquale”, i suoi lettori-ascoltatori ne conoscono il Mistero.
L’interprete autentico è Simeone, “uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione di
Israele e lo Spirito Santo era sopra di lui”. Egli non è Sacerdote, non c’entra
con il rito giudaico, sulla spianata del Tempio incontra la Santa famiglia;
accogliendo il Bambino tra le sue braccia, sente che l’incontro decisivo di Dio
con il suo popolo si è realizzato; da qui la preghiera di benedizione, una
lirica stupenda di ringraziamento, a nome di tutto Israele e di tutti i popoli.
Ora la sua missione è compiuta, la luce divina lo ha abbagliato: “luce per
rivelarti alle genti”. Gesù è il tramite dell’incontro, egli è anche presente
“per la caduta” (=cadavere ) e la risurrezione (=vittoria sulla morte ).
Simeone definisce il Bambino “segno di contraddizione”, cioè una realtà che
rinvia oltre. Come ogni segno, è soggetto a interpretazioni, le quali generano
divisioni e scontri. La presenza del Messia non costringe a credere, ma rivela
le contraddizioni, è lo “smascheramento” dei cuori. Anche per Maria e Giuseppe,
Gesù si presenta come SEGNO, che deve essere interpretato e accolto, per Maria
dolore e capovolgimento del quieto vivere; i genitori “sono stupiti”, come
quando hanno trovato il Figlio nel Tempio.
Simeone esce di scena sostituito da un’altra figura: Anna. Una anziana donna, eroicamente
fedele; è qualificata con il raro titolo di “Profetessa”, vedova, assidua ai
digiuni e alle preghiere, insignificante socialmente, ma preziosa agli occhi di
Dio; è in grado di riconoscere la visita del Signore e di accoglierlo. Come i
Pastori di Betlemme, anche Anna è evangelizzatrice: “parlava del Bambino a
quanti aspettavano la redenzione di Israele”. Entrambi i protagonisti,
ricercatori fedeli e in attesa fiduciosa, sono appagati, la coerenza profonda
ottiene quanto sperato. Erano in ricerca, Dio li ha premiati (come i Maghi).
❸ I
lettori di Luca, entro la celebrazione eucaristica, sono chiamati a
confrontarsi con il Bambino, riconoscerlo, ricercarlo, quando sono
nell’oscurità e nella disperazione, non tirandosi indietro se non scegliendo il
fallimento dell’esistenza, avanzare, come Anna, verso colui che è orientamento,
che dà pienezza, donando la vita in ogni circostanza, salvaguardando ogni
vivente, simboleggiato dal Bambino fragile e in balia degli eventi.
❹ Nella
“Giornata nazionale in difesa della vita” e nella “Giornata mondiale della vita
consacrata”, come Simeone, come Anna, sempre nel Tempio (“Non si
allontanava mai dal Tempio”), ciascuno e
come “Assemblea di Dio” senta la vita come dono, come “vaso di cristallo”
fragile, ma prezioso. L’insieme della “cristalleria”, pur nella sua fragilità,
è il creato nella sua interezza, è “SACRO” al Signore, è dono, è offerta, è
consolazione, è solidarietà, è visibilità, dopo l’attesa e la ricerca.
❺ Quell’incontro
oscuro,
ma LUCE per le genti, nel Tempio di
Gerusalemme, è consolazione e
certezza per tutti coloro che dinamicamente sono in ricerca. E’ SEGNO di luce e speranza per l’intera umanità.
Don
Carlo
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