mercoledì 14 dicembre 2011
"CL non è una setta, anzi..."
Intervista ad Andrea Ferrari, responsabile di Comunione e Liberazione.
ReggioNelWeb.it 12/12/2011
Ha preso il timone dei ciellini reggiani a settembre e da allora si è dedicato in primis a conoscere la realtà locale e poi è uscito allo scoperto. Andrea Ferrari, 26 anni, dopo aver terminato gli studi all’Università di Milano, è rientrato in città e ha iniziato ad operare all’interno del movimento locale di Comunione e Liberazione che ha preso sempre più forza fino alle 350 persone che hanno preso parte al convegno dedicato alla “crisi”. Di setta non vuole sentir parlare e adduce molti argomenti per sostenere la tesi di ciellini liberi e disponibili a incontrare la gente in piazza e lungo le strade “per dare un vero messaggio di speranza”.
CL, l’approfondimento. Comunione e Liberazione è un movimento ecclesiale il cui scopo è l’educazione cristiana matura dei propri aderenti e la collaborazione alla missione della Chiesa in tutti gli ambiti della società contemporanea. È nato in Italia nel 1954 quando don Luigi Giussani diede vita, a partire dal Liceo classico «Berchet» di Milano, a un’iniziativa di presenza cristiana chiamata Gioventù Studentesca (GS). La sigla attuale, Comunione e Liberazione (CL), compare per la prima volta nel 1969. Essa sintetizza la convinzione che l’avvenimento cristiano, vissuto nella comunione, è il fondamento dell’autentica liberazione dell’uomo. Attualmente Comunione e Liberazione è presente in circa settanta Paesi in tutti i continenti.
Ferrari, com’è andato il convegno?
E’ stato un momento di incontro davvero importante e le presenze registrate sono state davvero tante, oltre 300. E’ stato significativo perché abbiamo messo a confronto due realtà diverse tra loro: da un lato Ivan Soncini, amministratore di Ccpl che ha parlato della sua esperienza socialista nelle cooperative, e dall’altro Giorgio Vittadini, niellino di Reggio che ha raccontato invece la sua esperienza. La cosa sorprendente è stato trovare dei punti in comune tra i due che hanno convenuto sul fatto che in questi 150 anni di Unità nazionale ci sono stati altri momenti di forte crisi e che l’unica soluzione non sia abbattersi ma bensì reagire.
Facile a dirsi. CL cosa sta facendo in proposito?
Per il momento stiamo cercando di sensibilizzare le persone e di mettere in moto un cambiamento di mentalità. Partiamo dalla presa di coscienza che la crisi c’è, tutti ne viviamo le conseguenze, ma allo stesso tempo vogliamo dire alla gente che in questo c’è un aspetto positivo perché la crisi ci mette in moto, sprona l’uomo a rimettersi in gioco: vogliamo viverla come un’opportunità, per questo siamo scesi in strada a distribuire volantini e abbiamo organizzato il convegno.
La gente come ha risposto al vostro scendere in piazza?
Noi siamo scesi in strada per incontrare tutti, cattolici e non, disponibili a confrontarci con tutti. Certo alcuni sono molto chiusi, ma in generale abbiamo toccato con mano quanto bisogno di speranza ci sia nelle persone, in tanti ci hanno dato ascolto.
Speranza della fede o della politica?
Quest'azione non c’entra con la politica, è una presa di coscienza e un motivo di speranza per tutti. Certo poi la fede è passo ulteriore.
Continuate a sostenere l’utilità pubblica della fede dunque.
Proprio alla fine del volantino distribuito al meeting di Rimini c’è una frase di Napoletano che dice “Portate la vostra certezza nel mondo” e la fede per me è proprio questo. Io sono certo di quello che ho incontrato e credo che questo possa dare un contributo a tutta la società, non solo ai credenti.
C’è chi sostiene che la religione dovrebbe stare fuori dagli affari pubblici.
Sarebbe come dire “io mi tiro fuori dalla mia vita”, non è possibile. Se a noi interessa questo tema non possiamo dare il nostro contributo solo perché siamo cristiani? La fede può essere un valore aggiunto per tutti.
CL a Reggio ha un bel seguito?
Siamo intorno ai 300 membri, è una realtà molto presente e attiva, me ne sono reso conto soprattutto rientrando da Milano dopo l’Università.
Attiva anche tra i giovani?
Sì, CL è molto viva anche tra i giovani reggiani. Ad esempio negli ultimi tempi si è creato un forte gruppo di universitari di CL proprio in viale Allegri, cosa che fino a qualche mese fa non c’era.
CL viene definita una setta, lo sapete vero?
Sì, lo sappiamo e anche in questi giorni in piazza alcuni ci hanno criticato ma la miglior risposta l’abbiamo data proprio essendo lì, tra la gente, disponibili a incontrare cattolici e non, a confrontarci con chiunque voglia mettersi insieme per costruire qualcosa di buono. Io personalmente non mi sono mai sentito di appartenere a una setta, anche tra i miei amici, non solo coetanei, non è mai stato così. Chiunque voglia confrontarsi con noi è ben accetto.
Cos’è che non va giù di CL allora?
Forse CL è scomoda perché non si tira indietro, ad esempio il fatto di scendere in piazza e dire che c’è una speranza anche in questo duro momento di crisi, ecco, forse questo può dare fastidio. Ma CL non ha mai avuto paura delle proprie idee pur essendo disponibile a incontrare tutti, i cristiani negli ultimi tempi sono andati fino al Cairo a incontrare i musulmani…
Cosa pensa del dibattito sull’Ici per i beni della Chiesa?
Sto cercando di documentarmi bene su queste questioni perchè sono temi che rischiano di essere strumentalizzati da una parte e dall’altra. Sicuramente questo è un momento storico che ci costringe a fare del nostro meglio.
Siete in linea con il Papa?
Assolutamente sì, il volantino distribuito da CL dal titolo ‘Laici, cioè cristiani’ raccoglie proprio tre parti di scritti del Papa su questo preciso momento storico. Noi seguiamo i Papa in tutto e per tutto.
Pensate che stia facendo abbastanza in questo momento?
Se quello che sta dicendo fosse ascoltato e seguito sarebbe più che sufficiente, ci vorrebbe più attenzione alla sua figura: le parole del Papa sono la chiave di volta per affrontare questa grave situazione economica, sociale e non solo.
F.M.
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