lunedì 9 marzo 2015

Il regalo più bello a mio padre lo ha fatto quel popolo che ha cantato le sue canzoni davanti al Papa di Benedetto Chieffo

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Oggi Claudio Chieffo compirebbe 70 anni. Sabato all’udienza con papa Francesco

era come se fosse lì anche lui. «Certe canzoni dicono la verità di noi stessi »


Sam Cooke, uno che di canzoni ne sapeva qualcosa (avete presente What a Wonderful World?), quando gli dissero che aveva una bella voce, rispose: «Beh, siete gentili, ma una voce non si misura per quanto è graziosa: quello che importa è se vi convince che sta dicendo la verità». Del resto questo vale per l’arte come per tutti gli aspetti dell’umano: in un’intervista recentemente riproposta dal dvd del corsera “Luigi Giussani – Il pensiero, i discorsi, la fede” il sacerdote milanese alla domanda come mai lo aspettassero in così tanti, risponde «perché credo in quello che dico». Ho conosciuto un cantautore così, uno che quando cantava ti convinceva con la sua voce che stava dicendo la verità e che credeva fermamente in ciò che cantava. Ho avuto la fortuna di conoscerlo da vicino: era mio padre, o meglio mio babbo, come diciamo in Romagna. Non aveva studiato canto con un vocal coach, né strumento eppure con le sue chitarre ha composto più di cento canzoni e per tutta la vita le ha cantate in Italia e nel mondo, per una come per migliaia di persone, in un campeggio sotto la tenda di una roulotte come in un teatro, in una parrocchia sperduta, come in un palazzetto. Le sue canzoni nascevano dalla sua vita, dagli incontri che faceva, dai fatti di cronaca, e ogni canzone era dedicata a una persona precisa. Tutti quelli che lo ascoltavano, fossero atei o credenti, cantanti famosi o persone comuni, percepivano la stessa cosa che percepivo io: quell’uomo stava cantando cose in cui credeva veramente. Molti hanno riscoperto il gusto della vita incontrando le sue canzoni: per diventare certi di qualcosa – ad esempio che vale la pena vivere – è fondamentale incontrare persone certe, testimoni, e lui con la sua voce e le sue canzoni testimoniava che è possibile «una vita grande, una vita vera, una vita che guarda in faccia la Verità».
Oggi compirebbe 70 anni: era il 9 marzo del ’45 in una Forlì da poco liberata dai nazi-fascisti, per questo nella casa in cui venne alla luce prematuro c’erano anche dei soldati americani neri e si misero a cantare per fare festa. Oggi se ci fosse canterebbe ancora, come fa Bob Dylan, come fanno quelli che hanno qualcosa da dire.
Quanto vorrei sentirlo cantare ancora, quanto vorrei sentire la sua voce vera ancora! In un certo senso posso farlo perché ha inciso dei dischi e poi ci sono tante registrazioni, che come famiglia speriamo di pubblicare presto per far conoscere la vasta eredità musicale e umana che ci ha lasciato a quante più persone possibili (speriamo davvero di riuscire a farlo, anche se è costoso e complicato, perché certi tesori vanno condivisi).
Sabato 7 marzo ero in piazza san Pietro a Roma per l’incontro del Papa con la fraternità di Cl e con grande gioia in migliaia abbiamo cantato «ripetimi quella parola che un giorno hai detto a me e che mi liberò», “Ho un amico grande grande” e “Non so proprio come far per ringraziare il mio Signor”, “È bella la strada per chi cammina”. Era come se fosse lì anche lui. Questi suoi canti proprio perché nati dalla sua particolare vita, sono diventati le canzoni di un popolo e non solo di quel popolo. Molte persone che incontro mi dicono che, anche se hanno abbandonato il movimento di Cl, continuano ad ascoltare e a cantare quelle canzoni perché le aiutano a vivere. Così “lontano” lo “sento cantare” ed è un canto che davvero «si libra sopra le case e le strade» e raggiunge il mio cuore e quello di tanti altri che ascoltano e cantano le sue canzoni. «Certe canzoni – ha detto una volta il critico musicale Paolo Vites – dicono la verità di noi stessi» e a queste canzoni io devo tornare continuamente per riscoprirmi e ritrovarmi. Sono grato a Dio per il dono di mio padre e per le sue canzoni, anche se, in verità, sarei felice che fosse ancora qui a cantarcele e a scriverne di nuove.

Ave Maria, splendore del mattino Claudio Chieffo 

Ave Maria, splendore del mattino, puro è il tuo sguardo ed umile il tuo cuore, protegga il nostro popolo in cammino la tenerezza del tuo vero amore. Madre, non sono degno di guardarti, però fammi sentire la tua voce, fa’ che io porti a tutti la tua pace e possano conoscerti ed amarti. Madre, tu che soccorri i figli tuoi, fa’ in modo che nessuno se ne vada, sostieni la sua croce e la sua strada, fa’ che cammini sempre in mezzo a noi. Madre, non sono degno... Ave Maria, splendore del mattino, puro è il tuo sguardo ed umile il tuo cuore, protegga il nostro popolo in cammino la tenerezza del tuo vero amore.


Ballata dell’uomo vecchio Claudio Chieffo 
La tristezza che c’è in me, l’amore che non c’è hanno mille secoli. Il dolore che ti do, la fede che non ho hanno mille secoli. Sono vecchio ormai, sono vecchio, sì; questo tu lo sai, ma resti qui.
Io vorrei vedere Dio, vorrei vedere Dio ma non è possibile. Ha la faccia che tu hai, il volto che tu hai e per me è terribile. Sono vecchio ormai, sono vecchio, sì; questo tu lo sai, ma resti qui. Ascoltami, rimani ancora qui, ripeti ancora a me la tua parola. Ripetimi quella parola che un giorno hai detto a me e che mi liberò. Io vorrei vedere Dio... La paura che c’è in me, l’amore che non c’è hanno mille secoli. Tutto il male che io so, la fede che non ho hanno mille secoli. Sono vecchio ormai, sono vecchio, sì; ma se tu vorrai mi salverai. Ascoltami...


I cieli Claudio Chieffo
 Non so proprio come far per ringraziare il mio Signor: Lui m’ha dato i cieli da guardar e tanta gioia dentro al cuor. Lui m’ha dato i cieli da guardar, Lui m’ha dato la bocca per cantar, Lui m’ha dato il mondo per amar e tanta gioia dentro al cuor. S’è curvato su di me ed è disceso giù dal ciel per abitare in mezzo a noi e per salvare tutti noi. Lui m’ha dato...


L’Amico Claudio Chieffo 
Ho un Amico grande, grande; di più giusti non ce n’è: mi ha donato tutto il mondo, è più forte anche di un re. Se io tremo Lui è sicuro e non ha paura mai; è l’Amico più sincero, sai, e ti segue ovunque vai. Ho un Amico... Però talvolta lo sfuggo e voglio fare da me, ma crolla presto il mio mondo perché Lui è più forte di me. Ho un Amico... Una volta io credevo di potere amare da me; non pensavo e non sapevo che non può nemmeno un re. Ho un Amico... Però talvolta lo sfuggo e voglio fare da me, ma crolla presto il mio mondo perché lui è più forte di me. Ho un Amico... 48 UDIENZA 


La strada Claudio Chieffo
 È bella la strada per chi cammina. È bella la strada per chi va. È bella la strada che porta a casa e dove ti aspettano già. È gialla tutta la campagna ed ho già nostalgia di te ma dove vado c’è chi aspetta così vi porto dentro me... È bella la strada... Porto con me le mie canzoni ed una storia cominciata, è veramente grande Dio, è grande questa nostra vita. È bella la strada... e dove ti aspettano già.

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