lunedì 19 novembre 2012

In occasione dell'Avvento "la gioia dell'amore a Cristo si rende sperimentabile nell'amore ai fratelli"


Lettera  del 1988 alla Fraternità  di C L 

del servo di Dio mons. L. Giussani

Carissimi fratelli,

la soglia dell'Avvento rilancia la storia del grande sacramento della sua incarnazione: il Mistero si è "circoscritto in un volto umano". Qui sta tutto lo stupore, l'onore e la responsabilità della nostra fede.
È in questo la ragione unica della nostra fraternità. Ognuno di noi infatti potrebbe seguire il Signore e la sua Chiesa come crede opportuno, appoggiandosi come vuole, scegliendo cioè luoghi secondo il suo sentire o secondo le sue opinioni. Invece noi ci siamo messi insieme perché, attraverso la sequela obbediente all'incontro che è avvenuto tra noi, il Signore ci ha fatto intravvedere un'intensità e gioia maggiori nel vederLo e nel seguirLo.
L'Avvento ci trova insieme perché da un ascolto umile e da una fedele sequela noi siamo persuasi che proviene un cammino cristiano più vero, secondo l'esempio del Verbo fatto "obbediente" - e secondo l'esempio degli ordini religiosi nella storia della Chiesa.
La nostra unità non dà quindi alcun obbligo, non è un dovere: essa è semplicemente unmetodo, perché la carità di Cristo sia più semplice, sicura, ardente, intera e continua.
Quante vicende ha attraversato il movimento in questi ultimi sei mesi! E quante vicende personali! E quanti pensieri, opinioni, reazioni, impeti ed incertezze possono essere sorti nel nostro cuore. Ma ciò che importa è riprendere più concretamente e generosamente l'umile sequela alla unità che ci guida, ci invita e ci decide. Essa può ben sbagliare:
− per questo dobbiamo pregare che essa sia più protesa nella invocazione dello Spirito e della Madonna e nell'attenzione all'insegnamento e alle direttive del Magistero;
− per questo dobbiamo sempre intervenire positivamente, con pazienza.
Ma proprio per quanto abbiamo detto, non sarebbe mai conveniente a noi scegliere di staccarci per affermare ultimamente nostre posizioni personali o di gruppo: è in una sequela alla compagnia dataci dal Signore il metodo più utile per imparare lo Spirito e l'obbedienza al mistero della Chiesa!
Riprendiamo il cammino, allora, con una maturità più grande, cioè con una più grande consapevolezza, umiltà e amore fedele.
Mai la nostra compagnia è stata una fioritura così impressionante di creazioni in cui "la gioia dell'amore a Cristo si rende sperimentabile nell'amore ai fratelli": dalla generosità del "mattone", ai tentativi di creare grandi opere per malati e anziani, dalle cooperative per handicappati a quelle per il sostegno e la compagnia ai bisognosi, dalle famiglie per l'accoglienza alla grande accoglienza della gente di tutto il mondo per amore del loro Destino, Cristo, come sono tutte le nostre missioni.


Grazie di cuore, fratelli.

Perdonatemi ciò di cui non so esservi esempio, e vi sono eternamente riconoscente per l'esempio che a me voi tutti siete.
Auguri di Buon Natale, a voi, alle vostre famiglie, ai vostri gruppi.

Affezionatissimo don Luigi Giussani

21 novembre 1988


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