sabato 25 ottobre 2014

Omelia di don Carlo Venturin 1^ Domenica dopo la Dedicazione – 26/10/2014


Atti 10, 34-38     Gesù passò beneficando  e risanando
Salmo 96             “Annunciate a tutti i popoli le opere di Dio”
1Cor 1, 17-24     “Cristo mi ha mandato ad annunciare il Vangelo”
Lc 24, 44-49        Aprì loro la mente e li mandò fino ai confini della terra

Giornata missionaria mondiale
“Da utenti del messaggio a messaggeri”
(“ LA CHIESA IN USCITA”)

Domenica scorsa il messaggio divino era incentrato sulla Chiesa, o, meglio, “la casa della Chiesa”. Come dalla propria casa si esce per lavoro, scuola, varie professioni, incontri, gesti solidali, impegni sociali, visita a persone bisognose, dalla “casa della Chiesa” si esce per mettere in atto quanto ascoltato, pregato, contemplato, compreso, in varie circostanze. Papa Francesco ha racchiuso tutto questo con questa significativa ed eloquente immagine “CHIESA IN USCITA”.

Celebrando la Chiesa in “MISSIONE”, nella giornata apposita, a livello di tutte le Chiese, il  messaggio esprime movimento verso il mondo, “il vasto campo”, la “ Vigna del Signore”, la città umana nella sua completezza. Domenica scorsa, celebrando la Cattedrale, suggerivo, dopo aver contemplato l’EST, il sole che è Cristo, aver dimorato nelle “navate” (la Chiesa come nave” nel vasto universo), di uscire verso l’OVEST ed annunciare i “misteri” contemplati e vissuti.

Le pagine bibliche declamate sottolineano il verbo “ANNUNCIARE”: la pace per mezzo di Gesù Cristo, al popolo che Gesù è il giudice di vivi e dei morti, che Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie; da qui lo stupore, perché Dio si apre ai pagani. E’ la “conversione” di Pietro per andare a tutti senza distinzione di provenienza. Il Salmo precisa ancora di più:        “annunciare a tutti i popoli le opere di Dio, la salvezza, la sua gloria, il suo regno”, “il Signore regna”. Paolo sottolinea lo stile di chi annuncia: “non con sapienza di parola”,  “perché non venga vana la Croce di Cristo”. Il contenuto dell’annuncio è lapidario: “Cristo crocifisso”,        “scandalo e stoltezza”, “potenza di Dio  e sapienza di Dio”. Luca non richiama l’annuncio, ma usa una immagine ancora più forte. Per poter divulgare il Vangelo, Gesù “aprì loro la mente”, significa che gli Apostoli ancora brancolavano nell’incertezza, nell’incredulità, eppure avevano davanti non un fantasma, ma Gesù in carne e ossa. Ricredutisi, comprendono il messaggio: dovete predicare a tutti i popoli “la conversione e il perdono dei peccati,” con la presenza dello Spirito del Padre. Queste sono le Parole da annunciare, da credere, da vivere, da condividere, da raccomandare. E’ la “CHIESA IN USCITA”.

Papa Francesco parla di una Chiesa audace e gioiosa. Così inizia la “Evangelii Gaudium”:  “La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù”. Il  suo è un appello a tutti i battezzati, senza distinzione di ruolo, perché portino agli altri l’amore di Gesù in uno “stato di permanente missione”, senza cadere nel rischio di una tristezza individualista. Il richiamo forte è giunto anche dal recente Sinodo: la Chiesa intera è dentro la realtà storica dell’oggi, ne scruta la complessità, vi entra come  “nell’ospedale da campo”, “beneficando e risanando”. Attuali sono le parole dette da  S. Ignazio : “ad ogni grande rinnovamento della struttura di una civiltà, corrisponde e deve presiedere un rinnovamento della Chiesa”. Come a dire con Gesù: “Essere lievito nella pasta”. A una civiltà in ricerca di alcuni punti qualificanti, la Chiesa vive e propone punti qualificanti dettati dal Vangelo.

Mons. Renato Corti  ha delucidato il ruolo della Chiesa nel mondo, partendo da Paolo VI, ritrovandovi le linee della Chiesa donate da Papa Francesco. E’ utile precisare, per inciso, che il Vat. II, come primo documento, ci diede la “Lumen gentium”, che descrive la Chiesa come l’ha voluta il suo Fondatore, come ultimo la “Gaudium et spes”, la Chiesa nel mondo contemporaneo. Papa Francesco descrive la  missione oggi di tutta la Chiesa, quale lo stato d’animo costante: “La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita interiore di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo nasce e rinasce la gioia”. Il Papa “trasuda” di questi sentimenti e contagia chi è in ascolto. Con una immagine forte ripudia un tipo di chiesa: “La Chiesa non è una dogana, non è controllore della Grazia, è la casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa”.

Gesù passò beneficando e risanando. Lo comanda ai credenti in Lui di fare altrettanto. Papa Francesco precisa: “La Chiesa in uscita ha le porte aperte. Uscire verso gli altri per giungere alle periferie umane non vuol dire correre verso il mondo senza una direzione e senza senso. Molte volte è meglio rallentare il passo, mettere da parte l’ansietà per guardare negli occhi e  ascoltare, o rinunciare alle urgenze per accompagnare chi è rimasto al bordo della strada. A volte è come il padre del figlio prodigo, che rimane con le porte aperte, perché, quando ritornerà, possa entrare senza difficoltà”.


Don Carlo



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