venerdì 31 ottobre 2014

Omelia di din Carlo Venturin - OGNISSANTI – 1/11/2014



Salmo 89             “ Benedetto il Signore in eterno”
Rom 8, 28-39     I santi-conformi all’immagine del Figlio suo
Mt 5, 1-12             felici e contenti ( BEATI ) secondo Gesù Cristo

                             La moltitudine immensa dell’umanità, che è secondo Dio

Un grande affresco viene presentato oggi, festa della santità, dell’essere “come Dio”. E’ un’altra festa di Chiesa che oggi viene celebrata: dalla Cattedrale con il Sinodo e la beatificazione di Paolo VI,  alla giornata missionaria mondiale; oggi la Chiesa “Cosmica”, che abbraccia cielo e terra. Nel catechismo di S. Pio X si distinguevano tre “Chiese”: militante, purgante, trionfante; i credenti viventi, i credenti in Purgatorio, i credenti ( SANTI ) in Paradiso.

Le letture presentano i Santi in Paradiso (prima lettura), sulla terra (seconda lettura e Vangelo). L’Apocalisse propone tre visioni: un Angelo reca il “sigillo di Dio”, che esprime il senso
di proprietà, che segna sulla fronte una “TAU” su chi è stato fedele, cioè non idolatra. E’ il resto di Israele descritto attraverso il numero simbolico (12 e multipli). Infine la folla strabocchevole, proveniente dalla totalità cosmica; sono tutti i salvati ( Santi ) di tutti i tempi e di tutti i luoghi. I particolari descrittivi sono simbolici: stanno ritti , in piedi, cioè sono vivi come l’Agnello, sono in relazione personale con Dio e con l’ Agnello (“Davanti”), sono definitivamente risorti (“Vesti bianche”), con Lui condividono la vittoria sul male e la pienezza di vita (“Le Palme”); la loro esistenza è il grido di gioia per la salvezza: “Amen! Lode, gloria sapienza, azione di grazia, potenza e forza al nostro Dio…”. “E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono e all’Agnello»”. I salvati sono tali         ( Santi ), perché traggono origine dalla morte di Cristo che salva. I salvati-Santi hanno lavato e reso bianche le vesti, ma lo strumento (il “detersivo”) che le ha rese bianche, illogico e volutamente provocatorio, è il sangue dell’Agnello. E’ la “CHIESA TRIONFANTE”.

La Chiesa, che è nel mondo, è proiettata verso l’infinito, la meta finale è stare “ faccia a faccia” con il Dio vivente, ma deve passare” attraverso la grande tribolazione”, la vita non è” rose e fiori”, ma “ angoscia, persecuzione, fame, nudità, pericolo, spada…messi a morte tutto il giorno”. Il grido sofferto e trionfante del credente Paolo è fiducia e certezza: ”In tutte queste cose noi siamo stravincitori, grazie a Colui Che ci ha amati… niente potrà mai separarci  dall’amore di Dio, in Cristo Gesù”.

La solenne narrazione di Matteo riporta le parole fondamentali del messaggio cristiano. Gesù è “sul monte”, non come Mosè, ma come Dio stesso; Egli assume la posizione tipica del maestro in cattedra, dona ai discepoli, che stanno attorno a Lui, e alle folle, non una legge, ma la BUONA NOTIZIA, dono di grazia, non un elenco di precetti morali, ma annuncio  gioioso di vita realizzata, non richiesta di sacrifici; come a dire: Gesù è povero, ma è Figlio di Dio; è mite, colui che non fa niente contro i malvagi, non si lascia trascinare dall’emozione di odio, non risponde al male con il male; è mite, perché si orienta verso Dio; è afflitto (“Uomo dei dolori”): chi ama è più vulnerabile, corre di più il rischio di essere addolorato, ma sarà consolato da Dio; ha fame e sete di giustizia, cioè fedeltà a Dio Padre; è misericordioso, cioè dotato di compassione, comprensione per le sofferenze altrui, capace di portare aiuto reale ed efficace; la misericordia comprende tre momenti decisivi (il Samaritano è l’icona plastica): accorgersi della debolezza e necessità del prossimo; provare compassione, com-patire con chi è in difficoltà; intervenire per portare aiuto efficace: Gesù è il Misericordioso; è puro di cuore, cioè non ha altri idoli (o grilli per la testa), è come l’oro, quando non è mescolato ad altre scorie; Gesù è così, perciò “vede Dio”; è principe della pace, pacificatore tra tanti contendenti, è il separatore del bene dal male, ha buoni rapporti con Dio Padre e con tutta l’umanità. La conclusione: “Rallegratevi e gioite, potete impegnarvi per la pace, non dovete ripagare le offese e i patimenti ricevuti, perché Dio vi riconoscerà come suoi veri figli e vi prenderà nella sua famiglia (sarete santi!). Gesù ha presentato se stesso, è BEATO, è SANTO, APPARTIENE A DIO. Alla Chiesa “Militante” indica lo stile, lo spirito interiore, il sistema vita, in mezzo a tutte le vicissitudini: è l’ultima “Beatitudine”, “Beati voi, quando…”.

E’ la nostra festa: oggi in un’unica festa si celebra insieme i Santi dichiarati, tutti i giusti di ogni lingua, di ogni razza , di ogni nazione, di ogni religione, i cui nomi sono scritti nel libro della vita. La Chiesa ha istituito questa festa fin dal IV secolo, fissandola al primo di novembre per contemplare la città del cielo, l’insieme di tutti i santi nella gloria del Paradiso, ma anche per indicare come si arriva alla Città Celeste. Per questo è anche la festa di tutti i battezzati (che Paolo chiama Santi).

La contemplazione delle tre “Chiese” delinea l’atteggiamento di Dio nella storia umana, si schiera dalla parte dei poveri, di coloro che soffrono, di quelli che hanno fame e sete della giustizia, dei misericordiosi e dei miti. Non rimane nel suo mondo, non sta a guardare, non è neutrale, invia il suo Figlio, che tanti uomini e donne di ogni tempo hanno seguito, per questo la loro esistenza splende di una luce perenne e diventa segno tangibile, visibile per vivere così nel nostro quotidiano.


Don Carlo

Nessun commento: