venerdì 31 ottobre 2014

L’ITALIA. UNA STERMINATA DOMENICA.

L’Italia. Una sterminata domenica, scriveva Vittorio Sereni, nella poesia Nel sonno, una delle più belle de “Gli strumenti umani”. Ma non è il sonno, non è la domenica a essere la tenaglia di questa nostra generazione Zombie. Perché un disoccupato su due ha meno di trentacinque anni. Perché le poltrone sono state divorate dai vecchi, usurate, logore, in un delirio antropofago che è già diventata una pratica suicida. Sono i mesi di stage non retribuiti, sono i parcheggi dorati dei dottorati, ma è soprattutto una vocazione tutta italiana all’accattonaggio lavorativo, il vero problema del nostro Stato. Non l’articolo 18, ma un settore artistico e creativo che muore di fame, i braccianti ancora tutti in fila la mattina, nelle piazze siciliane e calabresi, aspettando l’Ape 50 del padrone che li carichi su. L’Italia, quale domenica? Semmai un lunedì senza paga, per i giovani, per i padri, per i nonni. È su questa mutazione antropologica, su questo progressivo invecchiamento che dovrebbero concentrarsi i sociologi italiani: i nonni padri, gli uomini bambini, i figli dispersi. Scappati magari in Inghilterra, in Spagna, in America, in Germania, in qualunque paese che voglia farsi carico di tutta la luce che portano i ragazzi. Intelligenza significa anche capacità di creare connessione, di leggere e capire, comprendendo che serve una rivoluzione culturale, che passi dalla scuole, dai templi della formazione. Serve intelligenza, l’intelligenza dei giovani, per uscire dal sonno, per cambiare verso, metaforicamente certo, ma anche letteralmente, tenendoci sulla stessa poesia di Sereni e dicendo finalmente: Che fare delle domeniche?
Gn

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