lunedì 22 settembre 2014

Da periferia a centro del mondo: «Volate alto»

La sua visita ha costretto il mondo a guardare verso questo angolo d'Europa. La testimonianza dei martiri, la libertà religiosa, il grido a non usare Dio per compiere violenza... Ecco cosa è accaduto nel viaggio del Pontefice a Tirana
«Non sapevo che il vostro popolo avesse sofferto tanto». Non sapevo: Papa Francesco, tralasciando il discorso scritto,dopo aver ascoltato le testimonianza drammatiche di un sacerdote e una suora sulle persecuzioni e crudeltà subite da parte del regime comunista, ha puntato gli occhi su chi lo ascoltava e ha ammesso la sua ignoranza sulla storia dell’Albania prima della preparazione di questo viaggio.

Un’ignoranza per altro diffusa non poco oltre i confini di questo Paese che per anni decise di tagliare i rapporti con il mondo. Chi sa di suor Maria Kaleta che pur temendo di essere denunciata, accettò di battezzare una bambina di nascosto, prendendo un po’ di acqua dal fiume con la sua scarpa di plastica? Chi sa che don Ernest Simoni, torturato fin quasi alla morte perché non voleva parlare contro Dio, ha trascorso 18 anni di prigione e dieci di lavori forzati perché era un prete? Chi sa di don Stefen Kurti processato e ucciso solo per aver battezzato un bambino?Chi sa quanti altri sono gli uomini e le donne che l’ateismo di Stato ha cercato di cancellare fino al 1991? Sono solo venticinque anni fa.

Questa periferia, prima tappa europea per questo papa, che ancora una volta ha preferito “i piccoli”, è stata per un giorno il centro dell’attenzione dei media internazionali. Con la sua presenza fisica Francesco ha costretto il mondo a voltarsi per un momento verso questo angolo balcanico, lo ha indicato come un esempio da seguire per la tenacia con cui è rifiorito dopo i decenni del regime comunista. Anche grazie all’impegno inesausto degli uomini delle religioni, cattolici, ortodossi, musulmani sunniti e bektashi, che non hanno smesso di credere insieme nella possibilità di un’Albania libera e aperta alla diversità. Per il papa «troppo spesso viene travisato l’autentico senso religioso e vengono distorte e strumentalizzare le differenze tra le diverse confessioni, facendone scontro di violenza, anziché di dialogo aperto».

A questo proposito, parlando da Tirana a un mondo che sta conoscendo nuove terribili persecuzioni in Medio Oriente, Francesco ha scandito a chiare lettere, nell’incontro con le autorità al Palazzo presidenziale: «Nessuno pensi di poter farsi scudo di Dio mentre progetta e compie atti di violenza e di sopraffazione! Nessuno prenda a pretesto la religione per le proprie azioni contrarie alla dignità dell’uomo e ai suoi diritti fondamentali, in primo luogo quello alla vita e alla libertà religiosa!».

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