giovedì 5 maggio 2011

Fraternità, l’accoglienza è la regola


« S ì, sono tutti miei». È lo slo­gan sulle ma­gliette dei tanti volontari impegnati nella festa d’i­naugurazione del nuovo stabile dell’associazione Fraternità, ma è soprattut­to uno dei capisaldi su cui è stata fondata l’esperienza guidata da monsignor Mau­ro Inzoli, per tutti solo don Mauro, che dal 1984 a oggi si occupa di accogliere i mi­nori con difficoltà.
«La nostra non è un’opera che si regge sull’impeto del­la generosità – precisa mon­signor Inzoli, citando Sant’A­gostino –, ma l’accoglienza nasce come la risposta alla misericordia che si riceve». Sono cinque le famiglie affi- datarie che abitano nel nuo­vo stabile in via Rutilia, da un anno a questa parte, alla pe­riferia sud della città. Con le pareti gialle pitturate di fre­sco, i ballatoi pieni di vasi di fiori, girandole colorate e panchine e sedie per condi­videre gioie e ostacoli insie­me. Perché come racconta A­medeo, uno dei genitori affi­datari, «amare dei figli che vogliono l’amore dei propri genitori non è stato sempre facile, ci ha fatti sentire a vol­te inadeguati». E separarsene ancor meno, seppur al «di­stacco doloroso, si unisce – continua Amedeo – un sen­timento di bellezza, legato al ritorno del piccolo con la propria madre». Con questi sentimenti di profonda gra­titudine viene portato avan­ti da poco meno di 30 anni l’accompagnamento di oltre 700 minori in difficoltà (in Lombardia sono 24 le strut­ture dell’associazione,28 in I­talia, ndr). Ieri l’ultimo passo con la fe­sta delle cinque comunità fa­miliari, insieme alle quali vi­vono anche due ragazze ma­dri in due mini alloggi che i­nizialmente avrebbero do­vuto essere l’ufficio dell’as­sociazione e il luogo per le vi­site protette, ma che di fron­te al bisogno sono state im­mediatamente riadattate, ad aprile dell’anno scorso, quando le famiglie hanno co­minciato ad abitare insieme in via Rutilia, portando a ter­mine un progetto definito da monsignor Inzoli «un’opera provvidenziale, costruita per volontà degli uomini e senza alcun sostegno finanziario da parte delle istituzioni».
Il Comune ha provveduto a firmare una convenzione che riconosce il «lavoro straordi­nario delle famiglie che co­stituiscono il cuore della so­cietà », come ha detto l’as­sessore alle Politiche sociali Mariolina Moioli. Mentre il presidente del Tribunale dei minori di Milano, Mario Ze­vola si è augurato che «si moltiplichino esperienze co­me quella della Fraternità, dove le famiglie accolgono i bambini con cure e attenzio­ni particolari, seguendo gli specifici bisogni».
Ilaria Solaini

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