In occasione della Pasqua, il vescovo Massimo Camisasca ha pubblicato sul sito della diocesi Reggio Emilia Guastalla, un augurio .
Pasqua, ragione di gioia
Anche se ritorna ogni anno nella celebrazione della Chiesa e ogni domenica nella liturgia
eucaristica, la Pasqua non è la commemorazione di un evento passato, ma è un
avvenimento presente.
Le parole dell’angelo attestate dagli evangelisti Matteo (28, 6), Marco (16, 6) e Luca (24, 6)
sono chiare: non è qui, nel sepolcro; è risorto, come aveva preannunciato. Egli non è più tra
noi secondo le modalità di prima, ma è ancora in vita, in una vita nuova non meno reale di
quella precedente. Certo, non fu immediato per le donne, le prime accorse al sepolcro,
credere all’annuncio. L’angelo parlava, ma in esse rimaneva la paura che nasceva
dall’impressione della solitudine e della sconfitta; erano piene di timore per quello che
poteva succedere: capivano che attorno alla straordinaria presenza di Gesù non si sarebbe
mai cancellata la possibilità del martirio e della lotta. Gesù in persona appare loro e così
inizia in loro il cammino verso una fede sempre più chiara e convinta. Diventano le prime
testimoni, addirittura presso gli Apostoli. Pietro e Giovanni corrono al sepolcro
(cfr. Gv 20, 3-8), ma avranno anche loro bisogno di vedere Gesù risorto, e più volte, per
credere.Nessuno ha visto la Resurrezione, molti hanno visto il Risorto. La nostra fede si
fonda quindi non sulla testimonianza di visionari, ma su persone che, pur non portate
naturalmente a credere, alla fine hanno creduto perché hanno visto Gesù risorto, hanno
fatto esperienza della sua compagnia, della sua voce, della sua parola, del suo sguardo
pieno di misericordia, di perdono, di incitamento a continuare quanto avevano cominciato
con lui.
Come nessuno può negare la realtà di una vita nuova che cresce nel grembo di una madre
solo perché non ha visto l’attimo dell’incontro tra l’ovulo e il seme che hanno dato origine
alla nuova vita, allo stesso modo la nostra fede non si fonda su favole, su visioni, né tanto
meno su invenzioni: si fonda sul fatto storico di Gesù risorto. È importante riaffermare e
riscoprire la bellezza e la verità di questo fondamento storico, oggi che uomini di cultura
potenti nella strumentalizzazione delle coscienze sono impegnati a negarlo. Perché lo
fanno? La ragione l’aveva già detta Gesù: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi
ha odiato me» (Gv 15, 18). Ciò che i potenti del mondo oggi non possono tollerare è ciò
che ha portato Gesù ad essere condannato a morte: non possono accettare che Dio sia
diventato uomo. Dio è una misura che non può essere compresa dal nostro piccolo
cuore di uomini. Egli, con la morte e resurrezione di suo Figlio, Dio fatto uomo, ha
portato nella storia dell’uomo una visione delle cose, più ancora un’energia di vita, che
non viene dai poteri dell’uomo. Per questo i poteri del mondo sono contro di lui e contro
la Chiesa.
Mai ci sono stati tanti martiri come nel nostro secolo. Ma tutto questo non deve suonare
come un lamento, perché la Pasqua è per noi solo ragione di gioia: la gioia che nasce
dalla certezza che la morte è vinta, che il peccato è vinto, che possiamo essere liberati
dalle schiavitù più gravi che attanagliano la vita dell’uomo. Certo, la battaglia è ancora in
corso, come testimoniano le guerre, le violenze, le follie innumerevoli attraverso cui si
manifesta il potere del demonio, ma noi siamo certi che la vittoria appartiene all’Agnello
e a coloro che si sottomettono alla sua dolce potestà. Non siamo più sotto il dominio
della legge, perché da essa ci ha liberato la morte e la resurrezione di Gesù che,
donandoci la sua stessa vita, ci ha resi capaci di amare, perdonare e ricominciare
sempre (cfr. Gal 5, 1-23).
(tratto da: Massimo Camisasca, Il tempo che non muore, Edizioni San Paolo 2001
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