Comunione e Liberazione ha scritto a Giorgio Napolitano per felicitarsi della sua rielezione.
Domenica, da Rimini, dove in 24 mila aderenti a Cl si sono radunati per gli annuali esercizi
spirituali, don Julian Carron, presidente della Fraternità, ha letto il telegramma che è stato
inviato al presidente della Repubblica.
Illustrissimo Signor Presidente,
24.000 aderenti alla Fraternità di Comunione e Liberazione, radunati a Rimini per gli annuali Esercizi spirituali, hanno appreso la notizia della Sua rielezione.
«Mi muove in questo momento il sentimento di non potermi sottrarre a un’assunzione di responsabilità verso la nazione, confidando che vi corrisponda una analoga collettiva assunzione di responsabilità». Il suo gesto di libertà aumenta l’ammirazione per la Sua persona.
In questo drammatico momento Lei ci appare come una risorsa per l’Italia, di fronte all’urgenza di riprendere la strada di una vera pacificazione che ottenga quel bene così necessario per la vita personale e sociale.
Pur consapevoli dei nostri limiti, come credenti educati da don Giussani alla passione per il destino dei fratelli uomini, desideriamo offrire la nostra testimonianza, insieme a ogni uomo di buona volontà, come contributo per sbloccare la situazione, affermando il valore dell’altro nella ricerca del bene comune al di sopra di qualsiasi interesse particolare.
Comprendendo il peso enorme della nuova responsabilità, Le auguriamo di ottenere ciò per cui ha accettato questo grande sacrificio.
Julián Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione
Milano, 22 aprile 2013.
Illustrissimo Signor Presidente,
24.000 aderenti alla Fraternità di Comunione e Liberazione, radunati a Rimini per gli annuali Esercizi spirituali, hanno appreso la notizia della Sua rielezione.
«Mi muove in questo momento il sentimento di non potermi sottrarre a un’assunzione di responsabilità verso la nazione, confidando che vi corrisponda una analoga collettiva assunzione di responsabilità». Il suo gesto di libertà aumenta l’ammirazione per la Sua persona.
In questo drammatico momento Lei ci appare come una risorsa per l’Italia, di fronte all’urgenza di riprendere la strada di una vera pacificazione che ottenga quel bene così necessario per la vita personale e sociale.
Pur consapevoli dei nostri limiti, come credenti educati da don Giussani alla passione per il destino dei fratelli uomini, desideriamo offrire la nostra testimonianza, insieme a ogni uomo di buona volontà, come contributo per sbloccare la situazione, affermando il valore dell’altro nella ricerca del bene comune al di sopra di qualsiasi interesse particolare.
Comprendendo il peso enorme della nuova responsabilità, Le auguriamo di ottenere ciò per cui ha accettato questo grande sacrificio.
Julián Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione
Milano, 22 aprile 2013.
Al termine della lettura del telegramma è scattato un lungo applauso di approvazione
da parte dei presenti.
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