La chiesa della Diocesi di Milano e la sua guida, il cardinale Scola da Papa Francesco
Basilica di San Pietro
Roma, 2 aprile 2013
Omelia di S.E.R. Card. Angelo Scola, Arcivescovo di
Milano
1. «Rendo grazie continuamente al mio Dio per voi, a motivo della grazia di
Dio che vi è stata data in Cristo Gesù» (Epistola, 1Cor 1,4): le
parole dell’Apostolo Paolo dicono meglio di ogni altra parola i motivi profondi
del nostro essere venuti in pellegrinaggio fino a Roma, fino alla tomba
dell’Apostolo Pietro. È la gratitudine infatti, che ci ha condotto insieme qui
questa mattina.
2. Perché possiamo essere
grati? Cari ragazzi, quando celebriamo l’Eucaristia ascoltiamo parole che, anche
se di primo acchito ci possono sembrare un po’ difficili, dicono fino in fondo
la verità della vita. Perciò è necessario essere attenti e tentare di impararle
e di comprenderle. Oggi, all’inizio della Santa Messa abbiamo detto che il
cristiano è colui che «nella professione
della fede ha ricevuto la vita eterna» (All’inizio
dell’Assemblea liturgica). Perché chi professa la fede, chi dice: “Gesù io
credo in Te”, riceve la vita eterna? E cosa è la vita eterna? Non è forse
qualcosa di troppo lontano per voi che siete all’inizio del cammino della vita?
Nell’espressione “Vita
eterna” voi capite subito che sono in gioco due cose: la vita, ciò che di più
prezioso abbiamo, e il per sempre.
Con le due parole “vita eterna” la Chiesa dice che l’uomo nasce per essere
definitivamente felice. Nessun male, nessun dolore, nessuna sofferenza potranno
prevalere sulla felicità che Gesù ci dona e che sarà piena un giorno quando
vivremo per sempre insieme a Lui.
La fede, essere
cristiani, è proprio cominciare vivere con Lui; è aver presente ogni giorno l’invito
del Vangelo: «Non temete» (Vangelo, Mt 28,10). Chi è amico di Gesù,
chi dice di sì all’amicizia che Egli ci offre gratuitamente, vive senza paura:
sa di non essere mai da solo.
Di questo sono testimoni
tanti uomini e donne lungo i secoli: a cominciare di Pietro, la cui tomba oggi
visitiamo in pellegrinaggio. Pietro, il pescatore, che per paura aveva tradito
Gesù, è stato perdonato, accolto e inviato dal Risorto per confermare i suoi
fratelli nella fede. Pietro ci dice che tutto il nostro male e tutte le nostre
paure non sono nulla nei confronti dell’amore di Gesù, della Sua amicizia. Per
questo possiamo dire con Pietro: “Credo, Signore”.
3. Lasciatemi, ora,
rivolgere per un momento a tutti gli adulti che ci accompagnano e sono qui,
come voi, pellegrini della fede.
La Provvidenza, che guidò
Papa Benedetto a Milano per la Visita Pastorale alla Diocesi in occasione del
VII Incontro Mondiale delle Famiglie, ci ha condotto fino a Roma per
ringraziare il Papa per tale immenso dono. Quello di Milano è stato – lo abbiamo
spesso ricordato – «un evento atteso a
lungo e preparato con cura, che ha sorpreso tutti per la sua dirompente novità»
(Lettera Pastorale Alla scoperta del Dio
vicino). E Dio continua a sorprendere il Suo popolo per accompagnarlo
ad una sempre più decisa professione di
fede e ad una consegna totale della vita. Così in queste ultime settimane ci ha
regalato Papa Francesco e noi, pellegrini ambrosiani, abbiamo la grazia di
poterlo incontrare all’inizio del suo ministero petrino per dirgli il nostro affetto
e il nostro desiderio di seguirlo e di essere confermati da lui nella fede
apostolica.
4. Nella lettura degli
Atti abbiamo ascoltato che i capi, gli anziani, gli scribi e i sacerdoti hanno
domandato a Pietro e agli altri apostoli: «Con
quale potere o in quale nome voi avete fatto questo?» (Lettura, At 4,7). È una domanda che dobbiamo farci oggi noi,
cristiani del Terzo Millennio: in cosa consiste e da dove nasce il nostro
contributo per il bene del mondo? «nel
nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha
risuscitato dai morti» (Lettura,
At 4,10). Non abbiamo altro da dire al mondo che Gesù Cristo, morto e risorto:
Egli è la misericordia del Padre e, quindi, la speranza certa per tutti gli
uomini. Egli è la nostra unica ricchezza. A Lui vogliamo consegnare tutta la
nostra vita perché il mondo possa conoscerLo ed amarLo e, così, ricevere fin da
ora la vita eterna. Amen.
Nessun commento:
Posta un commento