mercoledì 3 ottobre 2012

I bambini ci guardano

Non c’è compito più difficile e affascinante per un sacerdote di parlare di Dio ai bambini. Molti pensano che per i piccoli non sia ancora giunto il tempo di ascoltare temi così elevati. Si vede che non hanno mai veramente ascoltato un bambino, ricevuto le sue confidenze. Anch’io, che ho solo esperienze di zio e pro-zio, so benissimo che l’infanzia è l’epoca dello stupore e dei “perché?”
, epoca metafisica e religiosa per eccellenza, momento favorevolissimo per iniziare una catechesi con i piccoli. Loro non hanno bisogno di essere obbligati a pensare, a capire, a ricordare. Per un bambino è naturale chiedersi, guardando un giocattolo: «Chi l’ha fatto?», e guardando il cielo: «Chi vi abita?». È naturale per lui, di fronte al misterioso esserci delle cose, sentirle come animate e familiari compagne di viaggio. Il bambino percepisce le voci che vengono dalle piante, dagli animali, dai volti, non perché è un visionario, ma perché non è distratto dalla vita. È tutto concentrato su ciò che sta accadendo nell’istante. Nei piccoli è quasi spontanea la passione per le storie e per la storia. Perciò, come non bisogna aver paura di parlare loro di Dio, del Paradiso, della preghiera, degli angeli, nello stesso modo non bisogna pensare che non siano interessati alla storia. Adamo, Noè, Mosè, Davide… attraverso la nostra narrazione (che oggi può essere facilmente arricchita da brevi spezzoni di filmati) diventano, prima ancora dei personaggi dei cartoni animati, i loro eroi, che si imprimeranno per sempre nella loro memoria. Li porteranno dentro di sé anche quando penseranno di averli dimenticati. Allo stesso modo l’umanità luminosa di Gesù, le avventure di san Pietro e di san Paolo, li introdurranno ai tempi più maturi dell’esistenza che necessitano di memorie fondamentali e piene di realistica speranza. I bambini ci obbligano a riscoprire la nostra fede, a scuoterci di dosso tutto ciò che è abitudine o dovere e a rivivere, con la leggerezza e la letizia dell’infanzia, la consapevolezza talvolta ardua della maturità. di mons.Massimo Camisasca vescovo eletto di Reggio Emila-Guastalla http://www.sancarlo.org

1 commento:

Riz ha detto...

Ciao buona sera bellissimo blog ,se passi da me mi piacerebbe scambiare delle opinioni Riz