martedì 14 settembre 2010

Editoriale Tracce N.8, Settembre 2010 - Tu, ora.



C'eravamo lasciati prima dell’estate mettendo l’accento su una parola che Benedetto XVI - e, assieme a lui, la spinta della realtà - negli ultimi tempi ci ha richiamato di continuo: la “conversione”, la necessità di tenere lo sguardo fisso su Cristo. Ci ritroviamo a settembre ricchi di esperienze che quel richiamo l’hanno reso più intenso. Fatti piccoli, magari. Persone e momenti di persone (incontri, dialoghi, episodi) che hanno segnato chissà quante delle nostre giornate, spalancandole di colpo a una densità inattesa. O fatti più imponenti, di quelli che in qualche modo obbligano a fare i conti con un’altra misura. Il Meeting di Rimini, per esempio: una settimana fitta di avvenimenti e testimonianze legati dal filo rosso del cuore e di ciò che vi risponde. O l’Assemblea Internazionale dei Responsabili di Cl di La Thuile: quasi cinquecento persone da tutto il mondo rilanciate da don Julián Carrón ad approfondire con tenacia un lavoro che dura da tempo, da quella domanda di Nicodemo che agli Esercizi della Fraternità di primavera ha aperto uno squarcio: «Può un uomo nascere di nuovo quando è vecchio?».
Oppure, ancora, il Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Gioventù 2011, datato 6 agosto ma presentato giusto pochi giorni fa (lo trovate a pagina 96). Chi era reduce da Rimini è rimasto colpito già dalle prime parole, da quell’«uomo creato per ciò che è grande, per l’infinito» che sembra riprendere e accentuare proprio il tema del Meeting. Ma a leggerlo bene, a fondo, si arriva a passaggi che chiudono il cerchio di un percorso ideale. Il Papa lo dice chiaro, prendendo l’abbrivio dal tema della Giornata (un versetto della Lettera ai Colossesi: «Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede»): «La fede non è solo credere a delle verità, ma è anzitutto una relazione personale con Gesù Cristo, è l’incontro con il Figlio di Dio, che dà a tutta l’esistenza un dinamismo nuovo». E ancora: «È Cristo stesso che prende l’iniziativa di radicare, fondare e rendere saldi i credenti».

Provate a sfogliare il libretto allegato a questo Tracce. A entrare nella traiettoria segnata dai testimoni, dalla lezione, dalla sintesi finale. Impossibile non trovare l’eco di questa «iniziativa di Cristo» e di questa «relazione personale», sin dall’Introduzione: «La verità non è qualcosa di astratto, ma è questo Amore che si è piegato sul nostro nulla (...) questa commozione per il nostro niente». E «che movimento personale occorre! Occorre questa commozione che generi questo movimento personale e che trovi in noi questa disponibilità. Questa è la nostra responsabilità: convertire l’io all’Avvenimento presente, cioè a questo Amore che si è curvato su di me». Presente ora, contemporaneo a me ora. Prima di qualsiasi mia iniziativa, perché accade come vuole e dove vuole. Ma bisognoso del mio “sì” e della mia memoria perché io riconosca ora di appartenerGli. E possa cambiare.Si fa fatica a trovare una chiave più adatta di questa per leggere - e capire - quello che è successo nelle settimane passate (e che trovate documentato nelle prossime pagine, a cominciare proprio dal Meeting). Un Avvenimento presente in ogni avvenimento. Contemporaneo. Ma diventa difficile anche pensare ai prossimi giorni, all’“anno sociale” che riapre i battenti - il lavoro, la scuola, gli impegni: tutto -, senza che affiori una letizia inattesa, una promessa di bene certo, una strada chiara. Perché sta tutto in quell’ora. E non c’è ora in cui non possiamo dire a Cristo “Tu”.

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