sabato 23 aprile 2011
Una cosa dell’altro mondo che si realizza in questo mondo«Gesù? L’ho conosciuto guardando la tv in Albania»
Miranda, stasera battezzata dal Papa in San Pietro
Sabato notte coronerà un sogno che coltiva da vent’anni. Due terzi della sua vita. Un sogno cominciato… davanti alla televisione. «Era una domenica del 1991, avevo 12 anni, come al solito stavo guardando RaiUno. Come molti albanesi, ero affascinata dal vostro Paese e avevo imparato l’italiano guardando le trasmissioni e leggendo i sottotitoli dei film. Quel giorno trasmettevano la Messa di Giovanni Paolo II da piazza San Pietro, ricordo una musica dolcissima, i raggi di sole che entravano dalla finestra della cucina, poi il volto di Gesù, probabilmente l’inquadratura di un ritratto di un autore famoso. Un’immagine indimenticabile: Gesù era bellissimo e il Papa parlava di Dio che si è fatto uomo per amore di tutti gli uomini. Dio, Gesù e amore: quelle tre parole e quel volto mi hanno conquistata». Miranda racconta l’episodio come se accadesse oggi, ne parla come un avvenimento contemporaneo che le scorre davanti agli occhi. Gli occhi brillano, la voce s’incrina per la commozione quando descrive la rivoluzione che Cristo ha portato nella sua vita.
Nata nel 1981 a Tropoja, un paese sulle montagne albanesi, Miranda Mulgeci è una delle sei persone (le altre provengono da Svizzera, Russia, Perù, Singapore e Cina) che stasera riceveranno il Battesimo da Benedetto XVI durante la Messa della Risurrezione nella Basilica di San Pietro a Roma. È vigilia di grande commozione, per il lungo percorso che arriva a compimento e per l’eccezionalità dell’evento. Cre- sciuta in una famiglia di tradizione musulmana, abituata a considerare la religione come obbedienza a una serie di regole, era stata prima incuriosita e poi affascinata dalla vita di quell’uomo letta sulle pagine di una Bibbia che si era trovata quasi per caso tra le mani e di cui aveva mandato a memoria intere pagine. Ma quel fascino non si era mai concretizzato in un’esperienza. Poi, terminati gli studi di filosofia all’università di Tirana, trova lavoro nell’organizzazione non governativa albanese Shis, che gestisce progetti di sviluppo in gemellaggio con l’italiana Avsi. Negli uffici di Tirana, un giorno del 2006 arriva Alberto Piatti, responsabile di Avsi, che dopo avere ascoltato la sua storia le regala Il senso religioso di don Giussani e la invita alla scuola di comunità, la catechesi inventata dal fondatore di Comunione e Liberazione. «Leggendo quel libro ho scoperto il cristianesimo come un avvenimento presente, qualcosa che parla alla mia umanità e risponde alle mie attese di felicità. E quel volto di Gesù che avevo visto in televisione da ragazzina, si è riaffacciato nella mia vita attraverso i volti degli amici della piccola comunità di Cl a Tirana. Un’esperienza che ha cominciato a cambiare la mia esistenza. Una cosa dell’altro mondo che si realizza in questo mondo».
Il volto di Gesù e la croce diventano i suoi inseparabili compagni di ogni giornata, anche se in famiglia, nella città musulmana in cui abita e tra gli amici non può manifestare apertamente il cambiamento che sta maturando nel suo cuore. Non è stato facile per lei, di tradizione albanese, fare il passo verso il cristianesimo. Pregiudizi, sospetti e diffidenze la dissuadono dal frequentare le chiese che dopo la caduta della dittatura comunista di Enver Hoxa hanno riaperto i battenti nel Paese delle aquile. Quando per la prima volta decide di entrare in una chiesa si trova a Bucarest, nel 2006, in occasione di un incontro internazionale di Avsi. Piange, non sa bene perché, ma un’irrefrenabile commozione s’impadronisce di lei. A Tirana segue un cammino di catechismo aiutata da una suora, nel 2008 si trasferisce a Milano per un master in cooperazione allo sviluppo all’Università Cattolica e qui prosegue il cammino del catecumenato con l’aiuto di un sacerdote milanese, don Marco Barbetta. Oggi Miranda dirige il centro di formazione dell’associazione Shis, intitolata al primo cardinale albanese Mikel Koliqi e collabora con l’università di Tirana. Nel suo lavoro – in cui la formazione del personale si associa alla costruzione di piani di sviluppo per l’Albania – si confronta ogni giorno con la stessa sfida che ha cambiato la sua esistenza: l’attenzione all’umano come metodo per affrontare ogni aspetto della realtà. Ricorda con commozione la nonna Shkurt, l’unica della famiglia a cui aveva confidato il suo cammino di conversione, che dal letto dell’ospedale in cui era finita per un infarto le disse: «Piccola mia, diciamo insieme una di quelle tue preghiere?». «La nonna mi ha testimoniato in maniera semplice che il cuore dell’uomo è uguale a ogni latitudine – dice Miranda –. Tutti desideriamo la felicità, ognuno deve avere la libertà di aderire a ciò che più risponde a quella aspirazione. La mia ricerca ha trovato risposta nel volto di Gesù, e stanotte entrerò finalmente nella Chiesa di Cristo. Battezzata dal Papa! Tremo solo al pensiero, è il regalo più grande che posso ricevere, un regalo che supera qualsiasi immaginazione». Accanto a lei annuisce e sorride Florenc, il fidanzato albanese conosciuto in Italia, che il 25 giugno la porterà sull’altare nella chiesa di Santa Maria del Carmine a Pavia. Tre mesi di fuoco per Miranda, bruciata dall’amore per Gesù.
DI GIORGIO PAOLUCCI
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1 commento:
Per Stella:Il vero senso della pasqua è fatto di pace e serenità,che la Resurrezione diventi esperienza e rinascita.
Auguri di cuore.
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