lunedì 25 aprile 2011

La tv dei filosofi "impretiti" e il Papa che non sfugge alle domande



Il cortese invito di Otto e mezzo - trasmissione de La 7 condotta da Lilli Gruber per discutere con la filosofa De Monticelli delle sue idee sulla questione morale - e quello della trasmissione "A sua immagine" per contribuire alla trasmissione che ha visto il Papa rispondere alle domande di 7 telespettatori da tutto il mondo, mi sono arrivati in contemporanea.
Le trasmissione sono state girate nello stesso giorno, la seconda in diretta la prima registrata. Ma la differenza era soprattutto nel fatto che mentre il Papa non sfuggiva la realtà anche drammatica di domande poste da una bambina giapponese, una madre di figlio in stato vegetativo e altro, ho avuto l'impressione che l'unica forza dei nuovi filosofi moralisti - che pur criticando spesso superficialmente la Chiesa parlano e a volte si atteggiano come preti e vescovi, insomma si sono "impretiti"- sia nello sfuggire pur in nome di principi che ritengono giusti la drammatica complessità del reale. Principi come la "autodeterminazione", come la "giustizia morale in politica", come la centralità delle "regole", etc, per quanto cristallini nella mente di chi li concepisce, risultano poi opachi e sfuggenti quando non contradditori se applicati alla realtà, al vivere comune, alla complessità delle situazioni.
Un errore di astrazione, come già prevedeva il rimosso (da loro) Pasolini, che li rende infine distanti dalla gente - esclusi i partecipanti allo stesso rito, peggio di una confessione religiosa - e persino stizziti con gli italiani che non li seguono. Il Papa invece con stima delle domande anche scomode che la gente può porgli intorno ai misteri della fede e della vita cristiana non si è sottratto. Ha risposto, e molti hanno reimparato cose elementari della fede, altri hanno scoperto la ragionevolezza, altri ancora avranno nuove domande o perplessità. E' stato realista. E' stato servo dei servi, cioè indicato un viaggio nel reale e non nella sua mente.
dr

una puntata particolare del programma di Raiuno A sua immagine. In occasione del Venerdì Santo, infatti, papa Benedetto XVI ha risposto in televisione alle domande rivoltegli da ogni parte del mondo. All’inizio dovevano essere solo tre, ma visto il grande afflusso delle stesse giunte nel corso delle ultime settimane, si è deciso di farle diventare sette. Il Papa non ha parlato in diretta. L’intervista è stata infatti registrata in Vaticano lo scorso 15 aprile.
In particolare, Benedetto XVI ha risposto a una bambina giapponese, che chiedeva le ragioni della sofferenza causata dallo tsunami nel suo Paese e ha poi espresso tutta la vicinanza della Chiesa a un gruppo di giovani di Baghdad, capitale di un Iraq in cui i cristiani sono vittime di persecuzioni. Ha anche parlato di pace a una donna musulmana che gli ha scritto dalla Costa d’Avorio, martoriata dalla guerra civile. Il Santo Padre ha poi parlato della Resurrezione di Cristo, della sua azione redentrice nei confronti dell’umanità. Ha anche risposto a chi gli ha chiesto se l’anima fosse ancora presente in una persona in stato vegetativo. E non ha perso l’occasione per ricordare che non si può essere cristiani secondo un’idea personale, ma occorre seguire la Chiesa.

http://www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html#day=2011-04-22&ch=1&v=60772&vd=2011-04-22&vc=1

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