lunedì 11 aprile 2011

Dio ama più la nostra libertà che la nostra salvezza



Cari amici,
“Dio ama più la nostra libertà che la nostra salvezza”, ci diceva don Giussani. In questi giorni non solo Paolino ed io, ma tutti abbiamo sperimentato cosa significa questa provocazione che smaschera la nostra possessività, la nostra pretesa sugli altri, magari con la sottile scusa del loro bene. Anna Maria è una bella ragazzina di quindici anni di cui ho l´affido giudiziale, e domenica sera è scappata dalla “Casita de Belen” con Marta di diciassette anni, la mamma della piccola Lucia, la bimba che è morta alcuni mesi fa nella nostra clinica. Immaginate cosa può aver significato per me e Paolino in particolare. Ognuno, pensi cosa proverebbe se le scappasse la figlia di casa. Il dolore è stato grande eppure pieno di una libertà sconosciuta prima, quella libertà che è una totale consegna al Mistero e che diventa preghiera. Le abbiamo cercate, ma niente da fare.
Alle tre della mattina ritorna Marta ed è accolta con gioia dalla “mamma adottiva”, ma di Anna Maria, nessuna notizia. Il giorno dopo, lunedì, avvisiamo la polizia e il giudice che ha in mano il suo caso, che emette un ordine di cattura.
Sono giorni, ore infinite piene di preoccupazione ed anche di una certa rabbia, dovuta ai mille perché e alle pretese che ci portiamo dentro. È l´umano in tutte le sue dimensioni che però non cessa di essere grido, preghiera, supplica. L’impotenza è totale. La prima notte per me è stata un po’ un incubo, ma la fiducia nella Provvidenza era totale. Nella totale impotenza sentivo che il mio amore doveva fare i conti con la libertà di Anna Maria. Ma che sfida, che durezza! Amare la libertà dei propri figli più della loro salvezza, se non sei afferrato dal Mistero non è possibile, se il tuo io non è un “Io sono tu che mi fai” non è neanche ipotizzabile questa posizione. Ma Grazie alla Madonna per me questa certezza è granitica, per cui vincente. E oggi, mercoledì, la bella notizia: Marcello il suo Professore l´ha vista in uno strada. Subito sono andati a prenderla. Quando è arrivata, si è letteralmente aggrappata così alla mia povera persona e l´ho portata in casa, la nostra casa. La guardavo e l´accarezzavo. Era bellissima nella sua sfinitezza. Solo alcune parole in cui le chiedevo se le avevano fatto del male. Poi le ho dato un cioccolatino, come quel giorno con me ha fatto Giussani, abbiamo detto un’Ave Maria. Ho chiamato Paolino l´ha abbracciata con una grande tenerezza. Quindi abbiamo chiamato Diana, la mamma adottiva della “Casita de Belén” numero 2 perché la portasse a fare una doccia e dormire, lasciando a domani tutto il resto. La psicologa l´aspettava per le solite domande, ma Paolino sbrigativamente ha detto: gli psicologi siamo noi per cui facciamo festa e che adesso si faccia una buona dormita. Nel salutarla le abbiamo chiesto: sei felice di essere tornata? E lei: sì, Padre.
Aveva girato, camminato per tre giorni ma quando ormai sfinita, stava tornando a casa. La libertà di Dio e la sua libertà hanno vinto sulle nostre paure, sulle nostre pretese, sul nostro possesso. Ancora una volta quell´io sono Tu che mi fai, che piano piano entra anche nel midollo delle ossa dei miei figli, ha trionfato. Giorni durissimi, ma oggi vedere il trionfo della libertà è davvero commovente, perché Anna Maria è tornata, è salva. E solo chi ama la libertà gioisce perché vede anche la salvezza dei suoi figli.
Certo, amici, non è facile perché tutti i giorni il Signore mi chiede tutto in quest’oasi di dolore, e a volte sembra di non farcela più, e spesso uno sperimenta quel sentimento di dire: “ma, Signore cosa vuoi da me?” Ma subito quel Tu che domina tutto vince.
È una battaglia ogni momento come quella di Giacobbe con l´Angelo…ed è bello che sia così perché è la vita a esigerlo, però è necessario che la mia libertà alla fine si arrenda sempre all´evidenza del Mistero che mi vuole suo.
Grazie amici, perché quanti pregate per me e per i miei figli, avete contribuito al ritorno della nostra Marta e Anna Maria.
Amici, sfidate e lasciatevi sempre sfidare dalla libertà dei vostri figli.
P. Aldo

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