Duomo di Milano
Martedì 8 dicembre 2015
Omelia di S.E.R. Card. Angelo Scola, Arcivescovo di
Milano
1.
La “de-solidarietà” del peccato
Adamo chiamato da Dio fuori dal proprio nascondimento
si difende incolpando Eva e, sottilmente, quasi incolpando il Creatore: «La
donna che tu mi hai posta accanto [sei stato tu a mettermela vicino] mi
ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». La donna, incolpando il serpente,
dice: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato» (Lettura, Gen 3,12).
Il peccato introduce la divisione, mette l’uno contro
l’altro. Il peccato rompe la solidarietà tra gli uomini (de-solidarizza),
distrugge la giustizia originale: nella relazione con Dio e con gli altri si
insinuano la paura, il sospetto e la vergogna. L’unità si spezza e tutte le
relazioni si avvelenano.
2.
Scelta prima
della creazione del mondo
«In lui
[Cristo] ci ha scelti prima della creazione
del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità» (Epistola, Ef 1,4). Queste parole dell’Apostolo sono valide per tutti ma, innanzitutto,
lo sono per Maria. Infatti, fin dall’origine, per attuare il suo disegno di
amore redentivo, il Padre ha pre-destinato questa figlia di Israele a portare
nel suo grembo il Figlio suo, Egli stesso Dio, incarnatosi per la salvezza di
tutti noi.
3.
Il mistero dell’Immacolata Concezione
“Piena di grazia”, il titolo con cui l’Angelo saluta
Maria, nasconde il cuore del mistero delicato e profondo dell’Immacolata
Concezione. Riempita di grazia, cioè circondata fin dall’origine dall’abbraccio
potente del Padre e ad esso totalmente abbandonata, è concepita senza peccato.
E questo perché «in previsione della morte
redentrice di Cristo hai preservato la vergine Maria fin dal primo istante da
ogni macchia di peccato e così hai preparato al Figlio tuo fatto uomo una degna
dimora…» (All’inizio dell’Assemblea
Liturgica).
4.
Nessuno è
escluso dalla gioia portata dal Signore
«Rallegrati,
piena di grazia; il Signore è con te» (Vangelo,
Lc 1,28). Dall’annuncio che Cristo è «con te» ha origine, per la Vergine e per
tutti gli uomini, la gioia. Infatti, come ci ha ricordato il Beato Paolo VI (Gaudete in Domino, 1975) con parole
riprese da Papa Francesco nella sua prima enciclica, «nessuno è escluso dalla gioia portata dal Signore».
«Dall’inizio
della vita doni gioia al mondo intero» (Anonimo XVII) ha cantato la Cappella
all’inizio della celebrazione liturgica.
5. Santità e purezza di vita
Questa gioia inestinguibile
deriva, come scrive sant’Ireneo, dal fatto che «la disobbedienza di una donna è riparata
dall’obbedienza di un’altra donna» (Ireneo, Contro le eresie V, 19,1). Come dal no di una creatura era stato
macchiato il primitivo disegno di bene della creazione, così dal sì di
una creatura è instaurata la nuova creazione. E così il fiat della
Vergine (Lc 1,38) dissolve la paura.
6. Perdonare
«… dona anche a
noi di venire incontro a te in santità e purezza di vita» (All’inizio dell’Assemblea Liturgica). La
santità e la purezza di vita, prima e molto di più che il nostro essere
irreprensibili, è l’obbedienza a Lui che ci viene quotidianamente incontro in
ogni circostanza ed in ogni rapporto. «Dio
– infatti – non si stanca mai di perdonare.
Siamo noi che ci stanchiamo di chiedere la sua misericordia» (Papa Francesco,
Evangelii Gaudium, 3). Senza il
perdono la nostra vita si fa amara. Anche nel conflitto, se si lascia portare a
Gesù da Maria, il cristiano, senza mai venir meno all’insegnamento della Chiesa
umilmente praticato, diviene portatore di unità entro la famiglia umana e,
perciò, edifica la vera pace. Amen.
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