giovedì 26 febbraio 2015

L'urgenza della maturità della fede

Saluto finale di don Julián Carrón, presidente della Fraternità di CL al cardinale Angelo Scola (Duomo di Milano, 23 febbraio 2015)

Eminenza Reverendissima,
al termine di questa celebrazione in cui abbiamo vissuto, nel Sacrificio del Signore, il ricordo di don Giussani nel 10° Anniversario della sua nascita al Cielo, a sessant’anni dalla nascita di Comunione e Liberazione, desidero manifestarLe a nome mio e di tutti gli amici del Movimento la nostra gratitudine per la Sua partecipazione, che esprime non solo la sollecitudine del Pastore, ma anche l’intensa condivisione di una storia comune. 

Scrivendo a tutta la Fraternità in preparazione al Pellegrinaggio a Roma per l’Udienza con Papa Francesco il 7 marzo prossimo, ho voluto rinnovare la crescente «gratitudine che sentiamo per il dono» della persona di don Giussani, «della sua testimonianza e della sua dedizione totale nell’accompagnare ciascuno di noi affinché potesse diventare sempre più maturo nella fede. È così che ci ha trascinati a Cristo, rendendoLo sempre più affascinante, fino a farLo diventare la Presenza più cara nella nostra vita».

È questa maturità della fede che avvertiamo come l’urgenza più grande per la nostra vita nelle circostanze attuali, così ricche di sfide per il più volte ricordato crollo delle evidenze più elementari e per l’insorgere di nuove forme di violenza, di terrore e di ingiustizia, che rendono più urgente quella ricerca di un “nuovo umanesimo”, da Lei più volte richiamato nell’ultimo Discorso alla città nella Solennità di Sant’Ambrogio. Ci rendiamo conto che l’appartenenza al Movimento, nella sequela della Chiesa universale e particolare, può essere vissuta solo come disponibilità alla testimonianza che nasce dalla conversione a Cristo Signore, che diviene missione. La missione, come ci ha ricordato Papa Francesco nel Messaggio per la Quaresima, «è la paziente testimonianza di Colui che vuole portare al Padre tutta la realtà e ogni uomo… è ciò che l’amore non può tacere».

Andiamo pellegrini da Papa Francesco per mendicare la freschezza del carisma donatoci nell’incontro con don Giussani, domandando nella sequela di Pietro la grazia di una fede certa, di una speranza instancabile e di una carità ardente, perché l’esperienza di una umanità rinnovata ridesti nei nostri fratelli uomini il presentimento di una Presenza amante della loro libertà e del loro Destino. E siamo particolarmente grati che Lei voglia accompagnarci anche in questa circostanza in cui affidiamo tutta la nostra vita al Successore di Pietro, su cui Cristo edifica e rinnova incessantemente la Sua Chiesa.

Grazie Eminenza!

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