martedì 2 dicembre 2014

Ogni grande santo ha avuto al suo fianco una grandissima donna

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Caro padre, mi permetto di scriverle perché ho letto con interesse il suo articolo sui giovani pubblicato qualche settimana fa. Sono d’accordo con lei sul fatto che la madre (o il padre) debbano dedicarsi ai figli; lei dice: «La mamma indica sempre la strada col suo affetto e dovrebbe dedicarsi con tutta se stessa a questo, perché già questo è un “lavoro”».
Ma il fatto che molte (tutte) le donne lavorino dovrebbe far riflettere sui tempi passati: la Chiesa, completamente assente e apparentemente non interessata, dava forse per scontato che una persona sposandosi avrebbe poi acquistato la colf, l’amante, la prostituta, la mamma, la moglie, l’infermiera, la badante. Tutto chiaramente a costo zero. Ecco, l’errore è stato lì. Io vedevo donne picchiate, stuprate, usate, costrette a chiedere i soldi per la spesa, vendute a un padrone (con il matrimonio) che lavorava. Le donne si sono ribellate e questo è il risultato finale.
Ora, se lo lasci dire, è difficile tornare indietro. La paura delle donne di tornare a essere nulla è troppa. Io sono convinta che il marcio sia nel maschio. Mio padre mi ha sempre insegnato che se non c’è mercato il prodotto non si vende! Allora perché, nonostante la crisi, il “mercato” della prostituzione non ne risente? Il marcio è nel maschio. Deve cambiare pensiero, ma cambiarlo da dentro, dal cuore, dal cervello. Forse, quando io e lei non ci saremo più, a Dio piacendo, le cose cambieranno. Per secoli la Chiesa ha chiuso gli occhi, sposando bambine per salvare regni, tacendo le urla domestiche, voltando la faccia sui soprusi all’interno delle famiglie. Non facciamo finta di correre ai ripari! Bisogna prima vedere l’errore e solo dopo si può trovare una soluzione.Lettera firmata
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Il marcio non sta nel maschio ma nemmeno nella donna. Nella tradizione cristiana si chiama peccato originale. Leggendo la Genesi mi ha sempre colpito ciò che Dio dice alla donna dopo il peccato: «Il tuo desiderio andrà verso tuo marito ed egli ti dominerà». Così è sempre stato nella storia dell’uomo fino al giorno in cui un angelo inviato da Dio ha annunciato a una ragazza di 15 anni che sarebbe diventata la madre di Dio, che aveva deciso finalmente di venire a trovare la sua creatura prediletta fatta a sua immagine e somiglianza. Quel fatto ha cambiato la storia della donna che da quel momento ritrova tutta la sua bellezza e identità. Il cristianesimo fin dalle origini ha riscattato la donna, dandole una dignità impensabile per il diritto romano.
Già nei primi secoli incontriamo grandi santi a fianco dei quali stava una grande donna. Pensiamo a san Girolamo e Paolina, san Giovanni Crisostomo e Olimpia, sant’Agostino e sua madre santa Monica. Nel Medioevo abbondano donne con grandi responsabilità. Guardando al grande Dante Alighieri è impossibile non pensare a Beatrice. Altra grande espressione della dignità della donna è santa Chiara, l’eccezionale amica di san Francesco d’Assisi. E poi tutte quelle donne regine che con la loro santità hanno illuminato la storia di quei secoli.
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Fare memoria dell’annuncioAlcuni anni più tardi incontriamo Caterina da Siena. Solo con il Rinascimento le cose cambiano e si incomincia a guardare la donna nel suo aspetto fenomenico. Nell’arte si nota bene questo cambiamento. Poi emerge il gigante di Leopardi, che riconosce nella donna il segno più grande del Mistero. Negli ultimi secoli si è spenta la coscienza del cristianesimo come avvenimento. Quando questo avviene, è inevitabile tornare al versetto della Genesi: «Il tuo desiderio andrà verso tuo marito ed egli ti dominerà». Ma il magistero della Chiesa nella sua essenza non ha mai cambiato rotta. Basta pensare al Concilio Vaticano II e agli insegnamenti dei papi che hanno riscattato la donna ponendola nel cuore della Chiesa. Non si tratta di un tornare indietro, ma di un ripartire dall’annuncio cristiano: solo così la donna torna protagonista della storia.
Infine, non è vero che il marcio sta nel maschio. Riconosciamo che come pastori non abbiamo fatto il necessario perché la donna fosse protagonista non solo nella società ma anche nella Chiesa. Ripartiamo dalla Madonna e usciremo da quella immagine che la signora descrive nella lettera. Solo il cristianesimo salva la dignità e l’identità della donna.paldo.trento@gmail.com

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