OMELIA DELLA DOMENICA XXVIII PER ANNUM “Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: «Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?». Quello ammutolì”. In una sua omelia San Gregorio Magno ha detto. “Entra alle nozze, ma senza la veste nuziale, chi facendo parte della santa Chiesa ha la fede, ma non ha la carità. Giustamente si dice che la carità è la veste nuziale, perché il nostro Redentore era vestito di essa quando venne alle nozze per congiungere a sé la Chiesa”. Le nozze di Dio con l’uomo, di cui si parla in questa parabola, sono l’Incarnazione del Verbo in Gesù. Egli entra nella nostra umanità portandovi la vita di Dio che è la carità, questo amore – come dice la parola stessa – per le cose più care e più preziose, che Dio ha dimostrato di avere per noi. Vivere la carità è vivere la vita di Dio e tutto il senso della nostra vita sta nel tendere a raggiungerne la misura a noi assegnata. Non è possibile avere una conoscenza di Dio solo attraverso dei concetti. Con i concetti ci facciamo i nostri idoli – dicevano i Padri della Chiesa –, cioè le nostre immagini di Dio, quelle nelle quali specchiamo noi stessi e i nostri desideri. La vera conoscenza di Dio si ha nella esperienza del suo amore, cioè nella carità. Quando il nostro prossimo sarà prezioso ai nostri occhi come è prezioso agli occhi di Dio, allora cominceremo a sapere qualcosa di Lui.
di don Francesco Pio Ventorino
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