venerdì 8 ottobre 2010

Il Papa: nell’informazione la verità strada maestra



Cari fratelli nell’episcopato, il lustri signore e signori! Vi ac colgo con gioia al termine delle quattro giornate di intenso la voro promosse dal Pontificio Con­siglio delle comunicazioni sociali e dedicate alla stampa cattolica. Sa luto cordialmente tutti voi – prove nienti da 85 Paesi –, che operate nei quotidiani, nei settimanali o in al tri periodici e nei siti internet. Sa luto il presidente del dicastero, l’ar civescovo Claudio Maria Celli, che ringrazio per essersi fatto interpre te dei sentimenti di tutti, come pu re i segretari, il sottosegretario, tut ti gli officiali ed il personale. Sono lieto di potervi rivolgere una paro la di incoraggiamento a continua re, con rinnovate motivazioni, nel vostro importante e qualificato im pegno.

I

l mondo dei media è attraver sato da una profonda trasfor mazione anche al proprio in terno. Lo sviluppo delle nuove tec nologie e, in particolare, la diffusa multimedialità, sembra porre in di scussione il ruolo dei mezzi più tra dizionali e consolidati. Opportu namente il vostro Congresso si sofferma a considerare il ruolo peculiare della stampa cattolica. Un’at tenta riflessione su questo campo, infatti, fa emergere due particolari aspetti: da un lato la specificità del mezzo, la stampa, e cioè la parola scritta e la sua attualità ed effica cia, in una società che ha visto moltiplicarsi antenne, parabole e satelliti, divenuti quasi gli emblemi di un nuovo modo di comunicare nell’era della globalizzazione. Dal­l’altro lato, la connotazione «cattolica », con la responsabilità che ne deriva di esservi fedeli in modo e splicito e sostanziale, attraverso il quotidiano impegno di percorrere la strada maestra della verità. La ricerca della verità dev’essere perseguita dai giornalisti cattolici con mente e cuore appassionati, ma anche con la professionalità di operatori competenti e dotati di mezzi adeguati ed efficaci. Ciò risulta ancora più im portante nell’attuale momento storico, che chiede alla figura stessa del giornalista, quale mediatore dei flussi di informazione, di compiere un profondo mutamento. Oggi, ad esempio, nella comunicazione ha un peso sempre maggiore il mondo dell’immagine con lo sviluppo di sempre nuove tecnologie; ma se da una parte tutto ciò com porta indubbi aspetti positivi, dal l’altra l’immagine può anche di ventare indipendente dal reale, può dare vita ad un mondo virtuale, con varie conseguenze, la prima delle quali è il rischio dell’indifferenza nei confronti del vero. Infatti, le nuove tecnologie, assieme ai progressi che portano, possono ren dere interscambiabili il vero e il fal so, possono indurre a confondere il reale con il virtuale. Inoltre, la ri presa di un evento, lieto o triste, può essere consumata come spet tacolo e non come occasione di ri flessione. La ricerca delle vie per un’autentica promozione dell’uo mo passa allora in secondo piano, perché l’evento viene presentato principalmente per suscitare emo zioni. Questi aspetti suonano co me campanello d’allarme: invita no a considerare il pericolo che il virtuale allontani dalla realtà e non stimoli alla ricerca del vero, della verità.

I n tale contesto, la stampa cat tolica è chiamata, in modo nuo vo, ad esprimere fino in fondo le sue potenzialità e a dare ragione giorno per giorno della sua irri nunciabile missione. La Chiesa di spone di un elemento facilitante, dal momento che la fede cristiana ha in comune con la comunicazio ne una struttura fondamentale: il fatto che il mezzo ed il messaggio coincidono; infatti il Figlio di Dio, il Verbo incarnato, è, allo stesso tempo, messaggio di salvezza e mezzo attraverso il quale la salvezza si realizza. E questo non è un semplice concetto, ma una realtà accessibile a tutti, anche a quanti, pur vivendo da protagonisti nella complessità del mondo, sono capaci di conservare l’onestà intellettuale propria dei «piccoli» del Vangelo. Inoltre, la Chiesa, Corpo mistico di Cristo, presente con temporaneamente ovunque, alimenta la capacità di rapporti più fraterni e più umani, ponendosi come luogo di comunione tra i credenti e insieme come segno e strumento della vocazione di tutti alla comunione. La sua forza è Cristo, e nel suo nome essa «insegue» l’uomo sulle strade del mondo per salvarlo dal « mysterium iniquitatis », insidiosamente operante in esso. La stampa evoca in maniera più di retta, rispetto ad ogni altro mezzo di comunicazione, il valore della parola scritta. La Parola di Dio è giunta agli uomini ed è stata tramandata anche a noi attraverso un libro, la Bibbia. La parola resta lo strumento fondamentale e, in un certo senso, costitutivo della comunicazione: essa viene utilizzata oggi sotto varie forme, e anche nella cosiddetta «civiltà del l’immagine » con serva tutto intero il suo valore. A partire da queste brevi considerazioni, appare evidente che la sfida comunicativa è, per la Chiesa e per quanti con dividono la sua missione, molto impegnativa. I cristiani non posso no ignorare la crisi di fede che è sopraggiunta nella società, o sempli cemente confidare che il patrimo nio di valori trasmesso lungo i secoli passati possa continuare ad i­spirare e plasmare il futuro della famiglia umana. L’idea di vivere «come se Dio non esistesse» si è di mostrata deleteria: il mondo ha bisogno piuttosto di vivere «come se Dio esistesse», anche se non c’è la forza di credere, altrimenti esso produce solo un «umanesimo disumano ».

Carissimi fratelli e sorelle, chi opera nei mezzi della comunicazione, se non vuole essere solo «un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna» ( 1 or 13,1) – come direbbe san Paolo – deve avere forte in sé l’opzione di fondo che lo abilita a trattare le co se del mondo ponendo sempre Dio al vertice della scala dei valori. I tempi che stiamo vi vendo, pur avendo un notevole carico di po sitività, perché i fili della storia sono nelle mani di Dio e il suo e terno disegno si svela sempre più, restano segnati anche da tan te ombre. Il vostro compito, cari operatori della stampa cattolica, è quello di aiutare l’uomo contemporaneo ad orientarsi a Cristo, unico Salvatore, e a tenere accesa nel mondo la fiaccola della speranza, per vivere degnamente l’oggi e costruire adeguatamente il futuro. Per questo vi esorto a rinnovare costantemente la vostra scelta personale per Cristo, attingendo da quelle risorse spirituali che la mentalità mondana sottovaluta, mentre sono preziose, anzi, indispensabili. Cari a mici, vi incoraggio a proseguire nel vostro non facile impegno e vi ac­compagno con la preghiera, per ché lo Spirito Santo lo renda sem pre proficuo. La mia benedizione, piena di affetto e di gratitudine, che volentieri imparto, vuole abbracciare voi qui presenti e quanti ope rano nella stampa cattolica in tutto il mondo.
Benedetto XVI

Discorso pronunciato ieri da Benedetto XVI nella Sala Clementina del Palazzo apostolico vaticano durante l’udienza ai partecipanti al Congresso sulla stampa cattolica promosso dal Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali.

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