martedì 23 febbraio 2010

Giussani, l’incontro con Cristo e la passione educativa in memoria


Duomo gremito ieri a Milano per la Messa nel quinto anniversario della morte del fondatore di Comunione e liberazione
Presieduta dall’arcivescovo Dionigi Tettamanzi, è stata celebrata ieri sera, in Duomo a Milano, la Messa in memoria di monsignor Luigi Giussani, nel quinto anniversario della sua morte e nel ventottesimo del riconoscimento pontificio della Fraternità di Comunione e liberazione.
«Un riandare con il cuore – per il cardinale Tettamanzi – alla figura di don Giussani come uomo, cristiano, sacerdote, insegnante, educatore, maestro di vita cristiana nella Chiesa e nella società, amico e padre».
Per ricordare il fondatore del movimento morto il 22 febbraio del 2005, in Cattedrale si sono raccolti diecimila fedeli. Cinque anni fa, qui si ritrovarono decine di migliaia di persone arrivate da ogni parte del mondo per l’addio al sacerdote di Desio, salutato nell’omelia dell’allora presidente della Congregazione per la fottrina della fede, il cardinale Joseph Ratzinger, come colui che «avendo guidato le persone non a sé ma a Cristo ha guadagnato i cuori ed ha aiutato a migliorare il mondo, ad aprire le porte del mondo per il cielo». Sempre nelle parole di papa Ratzinger, quelle usate nella prima enciclica Deus caritas est,
Tettamanzi ha ravvisato il «filo rosso della vita e della passione educativa di don Giussani e di Comunione e liberazione». E precisamente le parole di Benedetto XVI sono queste: «All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva».
Il cristianesimo, ha quindi aggiunto ieri sera Tettamanzi, «non è semplice teoria, non generico moralismo, non tentativo di autorealizzazione umana, ma è l’incontro personalissimo di Cristo con ciascuno di noi».
Convincimenti questi, ha detto il cardinale, che per un ciellino «sono più che abituali». Un’altra cifra della vita del “Gius”, quella dell’impegno educativo, è «per i vescovi italiani una sfida decisiva per il prossimo decennio pastorale». Perciò, ha concluso Tettamanzi «penso che l’insegnamento, la vita, le opere di don Giussani abbiano al riguardo ancora tanto da offrire alle nostre comunità». Messe per il fondatore di Cl sono state celebrate ieri anche da numerosi vescovi in Italia e nel mondo, e tutte le celebrazioni si sono svolte con questa intenzione: «Il Signore aiuti la Fraternità di Cl a realizzare il proprio scopo: mostrare a tutti, secondo il carisma di don Giussani, la pertinenza della fede alle esigenze della vita».
Oltre che a Milano – dov’erano presenti anche il presidente della Fraternità, don Julián Carrón, e il nuovo assistente diocesano di Cl, don Adelio Dell’Oro – Messe sono state celebrate – ad esempio – a Roma dal cardinale José Saraiva Martins, prefetto emerito della Congregazione delle cause dei santi, e a Firenze dall’arcivescovo Giuseppe Betori. Questi, rivolgendosi ai numerosi fedeli, ha detto: «Il vostro carisma ha bisogno di una terra in cui posarsi e dare frutto, e la nostra Chiesa ha bisogno dei doni dei suoi figli per dare continuità all’esperienza di fede con cui ha arricchito di bellezza e verità la storia del mondo». L’arcivescovo di Genova e presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, celebrerà una Messa oggi alle 21 nella chiesa di Santa Marta, nel capoluogo ligure.
Il cardinale Tettamanzi: «Ci ha insegnato che la fede non è teoria né generico moralismo».
Messe anche
a Roma, Genova e Firenze
Avvenire 23/02/2010-ANNALISA GUGLIELMINO

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