martedì 29 luglio 2014

Traettino: colpiti da umanità del Papa, sogno di Dio è l'unità



Diversità e unità. È quanto hanno detto, ripetuto e sperimentato ieri mattina Papa Francesco, il suo amico pastore Giovanni Traettino e la comunità pentecostale che a Caserta ha vissuto un incontro dal forte sapore ecumenico, in un clima di fraternità. Al microfono del nostro inviato,padre Guillermo Ortiz, il pastore Traettino racconta subito dopo l’incontro:

R. – Siamo profondamente toccati dalla semplicità, che conoscevamo già di Papa Francesco, e anche dalla sua umanità. Sono le cose che ci colpiscono di più. Inoltre il fatto di vivere, proprio a livello sperimentale, questa nostra fratellanza è una cosa che ci colpisce molto.
D. – In cosa aiuta l’atteggiamento di Francesco in questa ricerca della radicalità del Vangelo, che anche voi cercate?
R. – Io credo che sia l’esperienza di Cristo. Credo sia il rapporto personale con Cristo. Per me, è evidente che lui è un uomo che ha fatto l’incontro con Gesù e quindi quando incontra uomini che hanno questo tipo di rapporto col Signore e che vogliono vivere il Vangelo, si stabilisce quella che lui chiama un’empatia.
D. – Qualche giorno fa, lei ha detto che non vi è una Pentecoste che non dia vita e non generi unità e che nessuno può essere un pentecostale vero senza questa vocazione…
R. – Sì. Io ne sono profondamente convinto. Ogni Pentecoste – quelle dell’Antico Testamento e quelle del Nuovo Testamento – assieme a questa effusione di vita producono unità. La Chiesa è nata a Pentecoste. Quindi, è evidente che quello che è venuto fuori da molte lingue è una lingua, da molti popoli un popolo… Pentecoste ci mette sulla frontiera: dobbiamo avanzare sempre di più verso la realizzazione del sogno di Dio ed è evidente che il sogno di Dio sia l’unità, dal momento che Dio stesso è unità.
D. – Anche se questa è stata la visita a un amico e un ritrovare – come ha detto Papa Francesco – i fratelli che per primo lo hanno cercato, tanti vedono questo come un incontro ecumenico…
R. – Sì, nella dimensione del dialogo fraterno, in questo senso qua. Quindi, la dimensione teologica, dottrinale è assente, però è molto forte e presente quella prima dimensione di cui parla Paolo agli Efesini, al capitolo 4: l’unità dello Spirito da preservare. Perché quando si ha la stessa esperienza dello Spirito, l’unità “con” lo Spirito produce l’unità “dello” Spirito, l’unità con lo Spirito Santo produce l’unità dello Spirito Santo. Quindi in questo senso, io credo che nella misura in cui facciamo esperienza di Dio e abbiamo Dio dentro – “Il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo” – quando scopriamo un’altra persona che vive dentro di lui questa stessa esperienza, si stabilisce questo feeling, questo rapporto.
D. – Papa Francesco le ha fatto visita come a un fratello, un amico. Anche Radio Vaticana le apre il microfono perché lei possa rivolgere a tutti i pentecostali una parola…
R. – La parola che dico ai miei fratelli pentecostali è semplicemente di scoprire il deposito che c’è nel loro Battesimo nello Spirito Santo, che è un deposito di vita. La Scrittura dice, Gesù dice che avremo vita in abbondanza. E noi sperimentiamo a livello pentecostale questa vivacità, questa presenza. L’altro elemento, che è un po’ dormiente nel mondo pentecostale, è la dimensione della unità, che – secondo me – è insita nella grazia del Battesimo nello Spirito Santo.

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