lunedì 2 gennaio 2012

Nel primo chiarore del giorno


Non so voi, ma in questa prima mattina di Gennaio io mi sono svegliato pieno di allegria e mentre mi facevo la barba canticchiavo il bellissimo inno trappista che dà il titolo a questo post e che trovate qui:
http://www.valserena.it/inni/03%20-%20Nel%20primo%20chiarore.mp3

E pensavo dentro di me che in un certo senso il primo giorno dell’anno è il sacramento della Creazione, che è come una nuova chance, una nuova possibilità che ci viene data ogni anno. Ieri è andato al Padre un mio caro amico e quindi capisco bene che non è affatto scontato che ogni anno ci venga dato un anno nuovo.

Ma è davvero così? Come amaramente commentava il mio amico Paolo Pugni qualche giorno fa questo più che un anno nuovo sembra essere un anno vecchio riciclato, stessi problemi, stesse angosce, stesse paure di sempre… dove sta la novità?

A meno di non saper guardare oltre, a Colui che, come dice Giovanni, fa nuova ogni cosa (Ap. 21,5).

In Greco per dire “nuovo” ci sono due aggettivi: neòs, che significa piuttosto “recente, appena fatto, moderno” e kainòs, che significa invece “mai visto prima, di natura diversa”. Non tutti gli autori del NT conoscono la differenza tra i due aggettivi, così ad esempio l’autore della lettera agli Ebrei li usa come sinonimi, ma Giovanni invece ha una spiccata preferenza per l’aggettivo kainòs, che nell’Apocalisse torna sette volte (un numero che nell’opera di Giovanni non è mai casuale), mentre mai usa neòs.

Come dire che Dio non ha bisogno di essere moderno per essere nuovo. Come dicevo ieri Dio non fa cose nuove (neòs) ma fa nuova (kainòs) ogni cosa, facendola passare attraverso la Pasqua.

Quando? Quando apparirà la novità di Dio nella nostra vita? Quando faremo quell’incontro che spacchi la nostra storia in due, come ha spaccato in due la storia del mondo, prima e dopo Cristo?

Il libro dell’Apocalisse termina con una promessa bellissima “ecco, vengo presto” e uno dei suoi più acuti commentatori, l’americano Scott Hahn, argutamente si domanda “quanto presto è presto?” e risponde: presto è adesso, è subito, è ora. Presto è ogni volta che si celebra l’Eucaristia e si viene così invitati al banchetto nuziale dell’Agnello. Presto è ogni volta che sconfiggiamo il drago e lo precipitiamo dal nostro cielo. Presto è ogni volta che resistiamo alle seduzioni della bestia e le impediamo di porre il suo marchio su di noi.

Facciamolo, e facciamolo senza indugio, festinantes, come i pastori che la liturgia oggi ci presenta in cammino verso l’incontro con Gesù. Ci accorgeremo così che anche per noi spunterà il primo chiarore del giorno, e allora davvero questo anno sarà nuovo.
don Fabio Bartoli -http://uscitepopolomiodababilonia.wordpress.com/2012/01/01/nel-primo-chiarore-del-mondo/

1 commento:

Enrica Signora G ha detto...

(Dietrich Bonhoeffer)
“Circondato fedelmente e tacitamente da benigne potenze, meravigliosamente protetto e consolato, voglio questo giorno vivere con voi e con voi entrare in un nuovo anno; il vecchio ancora vuole tormentare i nostri cuori, ancora ci opprime il grave peso di brutti giorni. Oh Signore, dona alle nostre anime impaurite la salvezza per la quale ci hai creato. E tuttavia ancora ci vuoi donare gioia per questo mondo e per lo splendore del suo sole, e noi vogliamo allora ricordare il passato e così appartiene a te la nostra intera vita”.