giovedì 27 novembre 2008
SOCIETÀ E ISTITUZIONI La Colletta alimentare: nella crisi, ma non da soli
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Avvenire 27/11/2008
DA ROMA ANGELO PICARIELLO
Una giornata per «favorire lo sforzo comune di istituzioni e società civile per vincere insieme la grande battaglia contro la povertà». La crisi bussa anche alle porte del Palazzo e Gianfranco Fini, per la Colletta alimentare in programma sabato, auspica «tanti accendini a squarciare il buio della miseria». Promuove la sussidiarietà, «che valorizza le grandi riserve morali presenti nel Paese, perché le istituzioni devono essere attente a ciò che si muove fuori di esse. È bello e impressionante – dice il presidente della Camera – sapere che nel 2007 oltre 5 milioni di italiani hanno donato più di 8.900 tonnellate di cibo per un valore di circa 26 milioni e 300mila euro».
La sala Aldo Moro è gremita anche di deputati, di ogni segno politico. Poca ritualità e commozione palpabile, se ne fa interprete il presidente della commissione Attività produttive Andrea Gibelli, della Lega. «Oggi per noi è un giorno davvero speciale», dice. Fini cita l’ultimo rapporto Eurispes: «Di fronte a 2 milioni e mezzo di famiglie povere, una parte consistente della nostra società è disposta a non lasciare nella disperazione chi si trova in difficoltà. Perché la povertà senza speranza, che non può essere vinta, è quel- la che viene vissuta in solitudine». Cresce la povertà, ma per fortuna anche la solidarietà, di anno in anno. Una leggera contrazione delle tonnellate raccolte dal Banco alimentare nel 2007, rispetto al 2006, è dovuta alla temporanea difficoltà del Progetto Gea per le eccedenze alimentari della Ue, che quest’anno dovrebbero però raddoppiare.
Le donazioni spontanee, invece, continuano ad aumentare, di anno in anno, insieme ai poveri assistiti, divenuti un milione e 435mila, cifra ormai prossima al milione e 537mila poveri, in Italia, censiti dall’Istat. Crescono quindi le tonnellate di cibo raccolto con la Colletta, aumentate di quasi sei volte in 10 anni. Con oltre 7.500 punti vendita e quasi 9mila enti (associazioni, gruppi e parrocchie) che sono il terminale della filiera, a contatto con chi ha bisogno. «Ma al di là delle statistiche – dice monsignor Mauro Inzoli, presidente del Banco Alimentare, che ieri ha presentato l’iniziativa alla Camera – C’èogni anno la Colletta è un avvenimento imprevisto». Come imprevista è questa crisi, causa di nuove povertà per problemi finanziari, posti di lavoro persi , ridotto potere d’acquisto. «E aggiungerei le famiglie spaccate: due case, avvocati, sono causa crescente di tragedie, anche finanziarie – continua monsignor Inzoli –. Ma non è solo un fatto quantitativo, i nuovi poveri sono anche più difficili da individuare, perché non riescono ad ammettere questa nuova condizione, e vanno guardati con occhi pieni di carità e discrezione». Un salto di qualità, dunque, è richiesto anche a chi opera in prima persona, sulla scia di quest’intuizione operativa della carità scaturita dall’incontro, vent’anni fa, fra il fondatore di Comunione e Liberazione don Luigi Giussani e il patron della Star Danilo Fossati. «La cosa bella è che, ormai, la gente sa chi siamo. un fenomeno di fidelizzazione di chi dona, e altri si aggiungono, di anno in anno. Tutti possono dare qualcosa, ed è impressionante vedere i poveri più poveri che, sapendo che cos’è la povertà, non rinunciano a offrire il loro contributo ». Perciò, mentre negli anni scorsi l’invito, nello slogan, era a «fare la spesa anche per gli altri», donando l’eccedenza, quest’anno – sarà anche la crisi – l’invito è a «condividere la spesa». Può darsi anche che non avanzi niente, insomma, ma la solidarietà non taglia fuori nessuno.
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