domenica 29 maggio 2016

Omelia 2^ dopo Pentecoste 29 maggio 2016 di don Carlo Venturin

Omelie 2^ dopo Pentecoste – 29/5/2016 Sir 18, 1-2.4-9.10-13 grandiosità e magnificenza del Creatore Salmo 136“ Rendete grazie al Signore, il suo amore è per sempre” Rom 8, 18-25 nel creato che geme si è figli di Dio Mt 6, 25-33 Preoccupazione umana e Regno di Dio MISERICORDIAE VULTUS ANTIDOTO CONTRO L’ANSIA ❶ Dai misteri di Dio celebrati e contemplati, l’anno liturgico traccia l’itinerario per attuare le meraviglie di Dio nel quotidiano vivere, come battezzati nella Chiesa. La PRESENZA divina, vista come Alleanza, come compagna di viaggio, come indicatrice, come consolazione: misericordiosa. ❷ All’inizio del VIAGGIO umano la Parola di Dio nella prima parte dà l’avvertimento: “NON PREOCCUPATEVI”, ripetuto tre volte. Non abbiate quell’affanno che toglie il respiro, che impedisce di parlare con chi si ama, che toglie la gioia di vivere. Dio non si dimentica, come non ha trascurato la folla nel deserto, chi si sentiva escluso, chi se ne era andato per altri lidi. Dio sa ciò di cui abbiamo bisogno, anche senza esprimerlo, come un bimbo/a che si fida di papà e mamma. ❸ “Non affannatevi di quello che mangerete o berrete, per il vestito.. non affannatevi per il domani”. L’affanno (oggi viene chiamato STRESS) è una sintomatologia dell’ansia, caratteristica quotidiana della società; essa viene anche chiamata angoscia per un domani pericoloso se non indecifrabile; è la penosa sensazione di impotenza o di debolezza di fronte a ciò che può capitare: paura della morte, dell’avvenire, di chi ci sta vicino, di chi suona al citofono, del buio pieno di insidie. L’antidoto di Gesù è una cura terapeutica: “NON AFFANNATEVI”. Egli vuole guidare le ansie, vuole guarire il senso di angoscia. Egli chiama a vivere da persone libere, non schiave di paure recondite: paura del giudizio altrui, paura dell’obesità, di non essere alla moda, di non essere all’altezza dei ruoli, di sentirsi assediati. L’ansia è anche il frutto di accumulare tante cose insignificanti. ❹ Il richiamo del Siracide e di S. Paolo introduce alla parte propositiva del Vangelo odierno: “GUARDATE, OSSERVATE”. Gesù osserva attentamente i fatti della vita, la natura con il suo linguaggio: gli uccelli del cielo e i gigli del campo. E’ l’invito alla fiducia, perché Dio si prende cura del creato nella sua interezza. Ecco come Luca descrive e sottolinea la PRESENZA: ✓ Dio è Padre che provvede al nutrimento a tutti gli animali viventi. ✓ Provvede al vestito, con il richiamo alla bellezza del creato: “Neanche Salomone…”. ✓ La provvidenza di Dio nell’oggi, la sua presenza attiva e buona in ogni momento: “Il suo amore è per sempre” (Salmo). L’invito-comando di Gesù non vuole significare spensieratezza, imprevidenza, né intende elogiare chi prende la vita a caso. Non nega che la vita quotidiano abbia i suoi problemi. E’ il comando a scrutare la realtà secondo alcune priorità: “Il Regno di Dio e la sua Giustizia”.. Egli chiede di aprire gli occhi sulla natura che ci circonda. Vuol dire porre Dio al centro: “Dio vede, Dio provvede”. ❺ Due esempi possono significare la visione “provvidenziale”. Una missionaria narra la sua esperienza a Lima (Perù). Un papà di famiglia ritornava dal lavoro; vendendo giornali guadagnò tre “soles”, poco meno di un euro; doveva comprare qualcosa per lui, per la moglie e per i tre figli, aveva anche una ferita alla gamba. La suora gli domanda perché non si cura: “Hermana, antes tengo que pensar a los hijos”. Un marito aveva la moglie in coma, era affranto dalla sofferenza e dalla paura del futuro. La moglie gradualmente supera il coma, riprende a conoscere, a parlare, a ricordare, a sorridere, a dare senso alla sua esistenza. Il marito incantato e sorpreso, pensa in modo nuovo: non vale la pena di preoccuparsi, essere ansioso, angosciato, stressato, come lo sono stato nel passato. Comprende l’essenziale, la vita nella sua nuova condizione, l’amore, tutto il resto viene, ma in secondo ordine. Si OCCUPA del quotidiano, ma non si PREOCCUPA. La sua esistenza acquista nuove priorità. La scala di valori viene capovolta. Il nuovo ritma ora la sua vita. ❻ Qualche domanda può aiutare a vivere il messaggio della nuova tappa della Liturgia del nostro quotidiano: • Ci sentiamo abbandonati da Dio, o da Lui ricercati (la pecorella dispersa, ricercata con passione, trovata e quindi la gioia)? • Giudicare gli altri o servire, (come Gesù passò a tavola e si mise a servire)? • Costruire sicurezze o confidare nel Signore (nessun interesse personale deve prevalere)? • Come entrare in questa logica evangelica? Il Salmo, come un ritornello da immettere nel cuore, per otto volte ripete: “Il suo amore è per sempre”. “Tutto il resto è DATO IN AGGIUNTA”. Per essere così occorre praticare il principio della LENTEZZA, che è il contrario “DELL’AFFANNARSI”. Don Carlo

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