lunedì 30 novembre 2015

Ma chi siete voi? La polizia del pensiero?

In merito alla vicenda che ha coinvolto monsignor Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, basta e avanza quanto da lui dichiarato ieri sera in una nota. Noi ci permettiamo solo qualche glossa a margine.
1) A quanto è dato di capire, Negri nega di aver pronunciato le frasi dello scandalo e afferma che a tali frasi è stata data dal Fatto quotidiano un’interpretazione malevola estrapolata dal contesto nel quale sono state pronunciate. Per quel che attiene ai fatti, dunque, si tratta della parola di un arcivescovo contro la parola di un non meglio identificato «testimone oculare e auricolare» (come scritto ieri da Marco Travaglio) che avrebbe udito quelle parole durante un viaggio in treno. Ora, chi abbia ragione, avendo l’arcivescovo preannunciato querela, lo stabilirà, se necessario, un tribunale. Noi, che siamo amici ed estimatori di Negri, prima e dopo il 2005, sappiamo questo: mai abbiamo udito e letto di pronunciamenti dell’arcivescovo contro l’autorità di papa Francesco. Anzi, al contrario, come dimostra la sua storia, i suoi innumerevoli convegni e libri, possiamo, da «testimoni oculari e auricolari», dire il contrario e cioè che Negri ha sempre seguito Santa Romana Chiesa e obbedito al Sommo Pontefice.
2) L’articolo del Fatto è stato pubblicato mercoledì 25 novembre, ma fa riferimento a quanto accaduto su un Frecciarossa il 28 ottobre. Occhio alle date: 28 ottobre – 25 novembre, è quasi un mese. Perché la notizia è uscita dopo un mese? Al nostro “testimone” è servito un mese per ricordare con esattezza le presunte parole dell’arcivescovo? O dobbiamo pensare ad altro?
3) Nell’articolo del 25 novembre, l’autore, Loris Mazzetti, scrive quanto segue: «È comunque difficile pensare che monsignor Negri parlasse a titolo personale e non rivelasse uno stato d’animo condiviso dalla casta vaticana». Scusi Mazzetti, ma lei legge nel pensiero? Cioè, in base a quali fatti – fatti, non tue interpretazioni – pensa di poter dire che Negri non parlasse «a titolo personale»? Forse che Negri, in quel colloquio carpito di nascosto da chissà chi, ha premesso di parlare «a nome della casta vaticana?». Suvvia, siamo seri.
4) La conclusione del medesimo articolo suona così: «Bergoglio, se vuole, come ha promesso, di portare a compimento i propositi di Giovanni XXIII – “Chiesa popolo di Dio” – prima di tutto deve allontanare i mercanti dal tempio». Quindi, fateci capire: un giornale che si suppone laico come Il Fatto sta chiedendo al rappresentate ultimo di una confessione religiosa di far dimettere un suo vescovo in nome di una conversazione riportata de relato (eufemismo per evitare querele)? Qui non ci sono atti di Negri contro papa Francesco, ma solo interpretazioni di un giornalista. Di cosa stiamo parlando? Di peccati? Di psicoreati? Chi siete voi per giudicare? La polizia del pensiero?


COMUNICATO 25 NOVEMBRE 2015

25/11/2015

Carissimi Figli della Chiesa di Ferrara-Comacchio,
per me, fin dagli anni della prima giovinezza, vivere il legame con il Santo Padre è stato un riferimento ineludibile e fonte di vita nuova. Senza il costante riferimento al Papa non esiste per nessuno, Vescovi compresi, la possibilità di essere veramente cristiani nel mondo.
Lo dimostra il mio pensiero sulla Chiesa e sul Papa nelle decine di comunicati, negli atti di magistero e nelle numerose opere pubblicate (cfr www.luiginegri.it).
Sento quindi il dovere di coscienza di rinnovare, davanti a voi che siete il mio popolo, la certezza della mia fede in Cristo e della mia totale obbedienza al Papa.
Anche sollecitato dalle recenti gravi affermazioni attribuitemi sulla stampa, ho chiesto al Santo Padre di potere avere un incontro filiale con lui, in cui poter aprire il mio cuore di pastore al suo cuore di Padre universale perché - nell’incremento della comunione reciproca e rimettendomi al suo consiglio, che per me è l’unico legittimo - possa camminare spedito verso il compimento della fede.
L’incontro che spero che il Santo Padre vorrà concedermi, lo considero come il gesto di inizio del pellegrinaggio della nostra Chiesa particolare a Pietro, nell’anno straordinario della Misericordia.
Se a causa di quanto è accaduto, si fosse determinato uno scandalo, soprattutto nei più deboli, ne chiederemo perdono tutti.
Questa è la mia professione di fede, di obbedienza e di Verità. Tale la sento davanti a voi e al nostro comune Signore e la professo con sicurezza assoluta perché, come diceva Alessandro Manzoni, «Dio non turba mai la gioia dei suoi figli se non prepararne loro una più certa e più grande».
+ Luigi Negri
Arcivescovo di Ferrara-Comacchio


COMUNICATO DELL’ARCIVESCOVO

26/11/2015

La preoccupazione di rivolgere primariamente alla mia chiesa un messaggio di chiarimento riguardo alle affermazioni apparse su "il Fatto Quotidiano" del 25 novembre scorso, non può prescindere da una seconda, doverosa e necessaria azione nei confronti di chi ha così gravemente leso la mia dignità umana ed ecclesiastica e anche quella della chiesa.
"Il Fatto Quotidiano" ha operato in spregio delle più elementari norme deontologiche del giornalismo, attribuendomi frasi virgolettate che non ho mai detto ed estrapolandone altre dai loro contesti originari per ricavarne contenuti opposti a quanto si stava dicendo, trasformando così l'ipotesi del giornalista in certezza.
E’ profondamente scorretto sul piano della professione e deontologia del giornalista. La cosa più grave riguarda la prima pagina: “Francesco deve fare la fine di quell'altro Papa”. Il terribile titolo virgolettato, infatti, riporta una frase mai pronunciata da me, e prova ne è che poi tale frase non è più rintracciabile nel corpo dell’articolo. 
Quello che risulta chiaro è che si virgoletta l’interpretazione che “il Fatto” ha voluto dare alla vicenda, crocifiggendomi così ad una frase mai pronunciata. E’ una procedura di gravità inaudita. 
All’interno dell’articolo poi, alla prima frase virgolettata - su cui poggia l'intero testo - arbitrariamente si aggiunge: “Il riferimento a papa Luciani è appena velato”. Questa è un’altrettanto assoluta, arbitraria interpretazione, completamente opposta al mio pensiero, che faceva riferimento a ben altre vicende della chiesa, che esporrò nei luoghi e tempi opportuni.
E che dire infine dell'utilizzo di frasi sottratte senza il permesso della persona interessata e senza chiedere, al momento in cui sono state pronunciate, il loro reale significato e non riportate nella loro completezza?
Oltre dunque a riservarmi di far valutare ai miei legali ogni misura a tutela dell’onorabilità della Chiesa e della mia persona, chiedo all’opinione pubblica e all’Ordine dei Giornalisti se questo è il modo di svolgere il lavoro informativo.
Ma chiedo anche alla comunità ecclesiale e civile di non rendersi complice di tali operazioni.
+ Luigi Negri
Arcivescovo di Ferrara - Comacchio 
e Abate di Pomposa

Comunicato di CL 27/11/15

“Riteniamo indispensabile precisare, a nome di Comunione e liberazione, che tali affermazioni così grossolane nella forma e inaccettabili nel contenuto che sembra impossibile provengano da un arcivescovo, sono totalmente contrarie ai sentimenti di Cl nei confronti di papa Francesco e degli arcivescovi di Bologna e di Palermo. Dal giorno della elezione del cardinale Jorge Mario Bergoglio  don Carrón non si stanca di indicare la testimonianza e il magistero di papa Francesco come fondamentali per l’esperienza e il cammino di Cl, che desidera seguirlo affettivamente ed effettivamente in ogni suo gesto e parola. Don Giussani ci ha sempre insegnato che l’amore e l’obbedienza al Papa sono condizioni decisive per un battezzato, se non vuole finire prigioniero delle proprie interpretazioni e dei propri pensier.  A. Savorana


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