venerdì 4 dicembre 2009

Davanti a Lui


Tracce N.11, Dicembre 2009
EDITORIALE
La sfida, in fondo, è tutta lì, su quel foglio appeso al muro di un corridoio della facoltà di Fisica, a Milano. Il testo è il volantino che Comunione e Liberazione ha pubblicato sulla vicenda del crocifisso (lo trovate a pagina 15). Sopra, però, ci sono delle scritte fatte a penna da non si sa chi. Molte osservazioni (parecchie fuori luogo), qualche domanda. Ma soprattutto quella riga di sbieco a coprire una lettera, una sola, per cambiare tempo al verbo e alla storia: «Cristo è un uomo vivo, che ha portato nel mondo un giudizio…» è diventato «Cristo era (o proprio è?) un uomo vivo…», eccetera. «Era», passato. Qualcosa da mettere in archivio. Come - e più - del crocifisso. Perché sembra impossibile che sia.

La sfida è lì. In quello sgorbio che tante volte tracciamo anche noi, senza volerlo e quasi senza accorgercene. Basta poco. Basta fermarsi in superficie, alla nostra misura, e non rendersi conto fino in fondo di ciò che il Natale porta nel mondo: una novità assoluta. Qualcosa di mai visto né immaginato prima: un fenomeno umano - un punto della realtà - in grado di corrispondere senza paragoni alla profondità infinita del nostro animo. E qualcosa che entra nella storia per restarci, perché è capace di vincere il tempo e lo spazio per arrivare al cuore di chiunque e dovunque. Contemporaneo a chiunque e dovunque, al di là di culture e tradizioni e di tutti i vincoli che sembrano renderlo impossibile.

Lo si vede bene in tante pagine di questo Tracce. Dalla Terrasanta, dove quel Fatto continua a essere un misterioso fattore di speranza con cui tutti devono (e possono) fare i conti ora; all’Africa, ricca di testimoni cambiati ora da un incontro che ha perforato le resistenze della loro cultura; alla Mitteleuropa che quell’incontro cerca, appunto, di confinarlo nel passato, ma dove ci si imbatte in persone che non possono fare a meno di restare affascinate ora quando Cristo entra di schianto nelle loro vite. Tutte situazioni diversissime, quasi universi differenti, ma in cui quella Presenza fiorita nel modo più impercettibile che si possa immaginare (un bambino in una mangiatoia) sa stabilire ora un dialogo senza paragoni con il cuore dell’uomo. Fino a farlo suo - libertà permettendo. E a farlo sbocciare.
Perché che cosa sia il Natale lo si vede più di tutto il resto nell’esperienza che facciamo noi. Davanti a Lui, siamo noi a fiorire. A gustare la vita come non mai. A respirare davvero. Persino a diventare capaci di amare noi stessi e gli altri, come grida don Giussani nel Volantone che avete trovato in copertina: «Senza che Cristo sia presenza ora - ora! - io non posso amarmi ora e non posso amare te ora».
Invece accade. Lo vediamo accadere. E nessun fatto del passato può generare qualcosa del genere. Può farlo solo un uomo vivo, ora.
Buon Natale.

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