mercoledì 14 gennaio 2009

"Bus 'atei'? Una caduta di stile"


La campagna miscredente che fa discutere tutta l’Europa
Pericolo Paura
I bus contro Dio sotto casa di Bagnasco
Dopo la Spagna, anche a Genova l’Unione degli atei agnostici
razionalisti ha affittato gli spazi pubblicitari sui mezzi
pubblici per reclamizzare le sue posizioni anticristiane.

E la guerra di religione continua



GENOVA. «Un’evidente caduta di stile». Così monsignore Marco Doldi, teologo e parroco della chiesa genovese di Nostra Signora delle Vigne commenta l’iniziativa degli autobus con scritte inneggianti all’ateismo. Per monsignore Doldi, che ha affidato il proprio pensiero all’agenzia Sir della Cei, «da sempre il discorso su Dio si tiene nelle sedi e nelle forme più adatte: confronti, lezioni, dibattiti, libri, incontri» ossia «luoghi in cui le persone, consapevoli dell’importanza di affermare l’esistenza di Dio o il suo contrario, si incontrano, forse anche si scontrano, ma dialogano». «Qui, invece - ha continuato - la questione su Dio è affrontata con la pubblicità, che non permette alcun confronto». Doldi ha poi aggiunto che gli organizzatori dell’iniziativa, che hanno come bersaglio dichiarato il cardinale Angelo Bagnasco, in qualità di presidente dei vescovi italiani, non hanno tenuto conto del fatto che il messaggio riguarda ebrei, cristiani e musulmani e neppure hanno tenuto conto che «quello che a loro sembra civiltà, deridere chi crede in Dio, è motivo di grande sofferenza per queste persone ed è ostacolo all’integrazione dei popoli». La conclusione del teologo è che da «millenni credenti e non credenti si parlano; c’è da augurarsi che il dialogo sia sempre mantenuto nello stile, che gli argomenti meritano. Non sul retro degli autobus!».
E sulla vicenda è intervenuto anche l’arcivescovo Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio per la Cultura. «Io ho sempre detto – ha affermato Ravasi – che il dialogo con l’ateismo è importante quando viene condotto sulla base di visioni complete e alternative dell’esistenza e della storia. Quando uno, e pensiamo a Marx e a Nietzsche, ha una visione di insieme della realtà – continua il presule – che è alternativa rispetto al cristianesimo, è una cosa. Quando invece, tutto si gioca sulla base della dichiarazione che ha il sapore della goliardia e della provocazione, allora c’è poco da dire».
Il teologo Doldi: con quella pubblicità a Genova impossibile ogni confronto Ravasi: il dialogo si svolge su grandi visioni non su goliardia e provocazione

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