sabato 29 novembre 2014

Abbraccio fraterno tra Francesco e Bartolomeo nella preghiera ecumenica


La nostra gioia è nel “comune affidamento alla fedeltà di Dio, che pone il fondamento  per la ricostruzione del suo tempio che è la Chiesa”. E’ uno dei passaggi forti del discorso di Papa Francesco durante la preghiera ecumenica tenutasi nel pomeriggio nella Chiesa Patriarcale di San Giorgio, che si trova nella zona del Phanar ad Istanbul. Al termine del rito, il Papa ha chiesto al Patriarca di benedirlo chinando il capo e Bartolomeo lo ha baciato e abbracciato. 
Il Papa con un animo colmo di gratitudine a Dio prega assieme al Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I. Al centro della preghiera ecumenica, le parole tratte dal libro del profeta Zaccaria: “Ecco, io salvo il mio popolo dall’oriente e dall’occidente”. Parole che per il Papa ricordano che il fondamento “su cui possiamo muovere insieme i nostri passi con gioia e con speranza” è proprio questa promessa di salvezza del Signore: 
“Sì, venerato e caro Fratello Bartolomeo, mentre Le esprimo il mio sentito ‘grazie’ per la Sua fraterna accoglienza, sento che la nostra gioia è più grande perché la sorgente è oltre, non è in noi, non è nel nostro impegno e nei nostri sforzi, che pure doverosamente ci sono, ma è nel comune affidamento alla fedeltà di Dio, che pone il fondamento per la ricostruzione del suo tempio che è la Chiesa”.
Si tratta, infatti, di una gioia e di una pace che il mondo non può dare ma che Gesù ha donato ai discepoli da Risorto. Andrea e Pietro hanno ricevuto questo dono e da fratelli di carne, sottolinea il Papa, l’incontro con Cristo li ha trasformati in “fratelli nella fede e nella carità” ma soprattutto in “fratelli nella speranza”:
“Quale grazia, Santità, poter essere fratelli nella speranza del Signore Risorto! Quale grazia – e quale responsabilità – poter camminare insieme in questa speranza, sorretti dall’intercessione dei santi fratelli Apostoli Andrea e Pietro! E sapere che questa comune speranza non delude, perché è fondata non su di noi e sulle nostre povere forze, ma sulla fedeltà di Dio”.
In conclusione il Papa ha aggiunto:  
"E vi chiedo un favore: di benedire me e la Chiesa di Roma".
Dopo aver rivolto queste parole al Patriarca ecumenico, Francesco ha chinato il capo e Bartolomeo I lo ha baciato sulla testa e abbracciato con grande spontaneità e fraternità. Prima, nel suo discorso, il Patriarca ha ricordato l’importanza della visita di Papa Francesco, che segue quelle dei suoi predecessori Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI: una visita che  testimonia “la volontà Vostra e della Santissima Chiesa di Roma –  ha detto  - di proseguire il fraterno costante cammino con la nostra Chiesa Ortodossa, per il ristabilimento della completa comunione tra le nostre Chiese”. Per il Patriarca Ecumenico si tratta dunque di “un fatto storico e ricco di buoni auspici per il futuro”. Precedentemente in un incontro con i giornalisti,Bartolomeo I aveva espresso la sua gioia per la visita del Papa:
“Siamo felicissimi di poter accogliere Sua Santità Papa Francesco, con cui eravamo a Gerusalemme pochi mesi fa e abbiamo pregato per l’unità delle nostre Chiese, per la pace nel Medio Oriente, del mondo intero … E’ un grande onore per noi tutti avere come ospite Sua Santità Papa Francesco”.
Al termine della Preghiera ecumenica, il Papa e il Patriarca Ecumenico hanno avuto un colloquio privato, seguito da uno scambio di regali. A ciascun membro del Sinodo del Patriarcato ecumenico è stata donata una riproduzione incorniciata in perspex delle pagine del Salterio.

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