Ufficio Stampa di CL Comunicato stampa
07/03/2015
Erano oltre 80.000 le persone presenti in piazza San Pietro, provenienti da 47 Paesi del mondo per l’udienza concessa da Papa Francesco nel 10° anniversario della morte di don Giussani e nel 60° dell’inizio del movimento di CL.
Commentando le parole del Papa appena ascoltate, don Julián Carrón, presidente della Fraternità di CL, ha dichiarato:
«Oggi in piazza san Pietro noi abbiamo vissuto di nuovo l’esperienza dell’incontro con Cristo. Lo abbiamo visto primerear davanti ai nostri occhi attraverso la persona e lo sguardo di papa Francesco. Lo stesso sguardo che duemila anni fa ha conquistato Matteo, ma oggi!
Oggi abbiamo sperimentato che cos’è la carezza della misericordia di Gesù. Il modo in cui il Papa ci ha abbracciati lo porteremo per sempre nei nostri occhi. Così ci ha fatto capire che “il centro è uno solo, è Gesù Cristo”, la cui esperienza ci consentirà di non ridurre il carisma a un “museo di ricordi” e di “tenere vivo il fuoco e non adorare le ceneri”.
Solo questa esperienza dello sguardo di Cristo – che genera “sorpresa”, “stupore” e ci fa sentire “legati a Lui” − ci impedirà di soccombere a qualsiasi tentativo di autoreferenzialità e ci permetterà di scoprire in ogni uomo che incontreremo quel bene che porta, come ci ha insegnato sempre don Giussani.
Questa esperienza ci metterà nelle condizioni di vivere il cristianesimo come “principio di redenzione, che assume il nuovo, salvandolo”».
l’ufficio stampa di Cl
Milano, 7 marzo 2015.
Commentando le parole del Papa appena ascoltate, don Julián Carrón, presidente della Fraternità di CL, ha dichiarato:
«Oggi in piazza san Pietro noi abbiamo vissuto di nuovo l’esperienza dell’incontro con Cristo. Lo abbiamo visto primerear davanti ai nostri occhi attraverso la persona e lo sguardo di papa Francesco. Lo stesso sguardo che duemila anni fa ha conquistato Matteo, ma oggi!
Oggi abbiamo sperimentato che cos’è la carezza della misericordia di Gesù. Il modo in cui il Papa ci ha abbracciati lo porteremo per sempre nei nostri occhi. Così ci ha fatto capire che “il centro è uno solo, è Gesù Cristo”, la cui esperienza ci consentirà di non ridurre il carisma a un “museo di ricordi” e di “tenere vivo il fuoco e non adorare le ceneri”.
Solo questa esperienza dello sguardo di Cristo – che genera “sorpresa”, “stupore” e ci fa sentire “legati a Lui” − ci impedirà di soccombere a qualsiasi tentativo di autoreferenzialità e ci permetterà di scoprire in ogni uomo che incontreremo quel bene che porta, come ci ha insegnato sempre don Giussani.
Questa esperienza ci metterà nelle condizioni di vivere il cristianesimo come “principio di redenzione, che assume il nuovo, salvandolo”».
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