La Chiesa è un corpo che Cristo ama con immensa “passione”, ma non è immune da invidie e gelosie che possono frantumarlo se i suoi membri non praticano la carità. È la sostanza della catechesi che Papa Francesco ha tenuto all’udienza generale in Piazza S. Pietro, davanti a oltre 40 mila persone.
Lo Spirito Santo può ricomporre in un corpo vivo anche una distesa di ossa inaridite. Viceversa, gelosie e invidie possono arrivare a smembrare anche la fibra del corpo “capolavoro”, quello della Chiesa corpo di Cristo. La catechesi di Papa Francesco indaga sul “tratto distintivo” da lui ritenuto il “più profondo e più bello” della Chiesa, cioè il suo essere compaginata in unità tra tutti i suoi membri grazie al Battesimo. Un mistero che il Papa rende plastico con la visione biblica del profeta Ezechiele, cui Dio mostra una pianura di ossa abbandonate che riprendono carne e nervi e corporeità grazie al soffio dello Spirito:
“Questa è la Chiesa, è un capolavoro, il capolavoro dello Spirito, il quale infonde in ciascuno la vita nuova del Risorto e ci pone l’uno accanto all’altro, l’uno a servizio e a sostegno dell’altro, facendo così di tutti noi un corpo solo, edificato nella comunione e nell’amore”.
“Che bello se ci ricordassimo più spesso di quello che siamo, di che cosa ha fatto di noi il Signore Gesù”, esclama Papa Francesco:
“Siamo il suo corpo, quel corpo che niente e nessuno può più strappare da lui e che egli ricopre di tutta la sua passione e del di tutto il suo amore, proprio come uno sposo con la sua sposa. Questo pensiero, però, deve fare sorgere in noi il desiderio di corrispondere al Signore Gesù e di condividere il suo amore tra di noi, come membra vive del suo stesso corpo”.
Ciononostante, la gramigna della divisione annida anche nel campo dove germoglia la comunione per eccellenza. Papa Francesco riprende l’esempio tante volte evocato dei credenti che accendono faide piuttosto che la fede:
“Pensiamo nelle comunità cristiane, in alcune parrocchie, pensiamo nei nostri quartieri quante divisioni, quante invidie, come si sparla, quanta incomprensione ed emarginazione. E questo cosa comporta? Ci smembra fra di noi. E’ l’inizio della guerra. La guerra non incomincia nel campo di battaglia: la guerra, le guerre incominciano nel cuore, con incomprensioni, divisioni, invidie, con questa lotta con gli altri”.
“Un cuore geloso è un cuore acido”, “mai felice”, “un cuore che smembra la comunità”, elenca di seguito Papa Francesco. Che indica la via d’uscita cristiana dall’angolo della divisione, l’atteggiamento giusto che salva e custodisce l’unità del corpo ecclesiale:
“Apprezzare nelle nostre comunità i doni e le qualità degli altri, dei nostri fratelli. E quando mi viene la gelosia – perché viene a tutti, tutti siamo peccatori – devo dire al Signore: ‘Grazie, Signore, perché hai dato questo a quella persona’. Apprezzare le qualità, farsi vicini e partecipare alla sofferenza degli ultimi e dei più bisognosi, esprimere la propria gratitudine a tutti”.
Al momento dei saluti finali ai gruppi in Piazza – numerose le provenienze dai vari continenti, anche da Cina, Vietnam e Giappone – Papa Francesco ha spronato in particolare giovani, malati e nuovi sposi “a rinnovare" l'"attiva cooperazione alla missione della Chiesa”, durante il mese missionario di ottobre. Prima dell’udienza, inoltre, Francesco aveva salutato una delegazione della squadra di calcio del Bayern Monaco, che ha donato al Papa un milione di euro per le sue attività caritative.
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