Marcos Zerbini, responsabile con sua moglie Cleuza del movimento dei senza terra a San Paolo del Brasile, è stato eletto per la terza volta come deputato, con quasi 80 mila voti. Una vittoria che ci rende molto felici perché è la vittoria di un metodo: il metodo dell’amicizia, di un modo umano di relazionarsi con l’altro. È stato proprio questo metodo che, da quando ci conosciamo, ci ha permesso di sperimentare che cosa significa volersi bene.
Da anni vengono a visitarmi quasi ogni mese, rimangono due giorni durante i quali verifichiamo che cosa significa appartenere a Cristo mediante l’appartenenza al movimento di Comunione e Liberazione. Una verifica che non si è interrotta nemmeno durante la campagna elettorale. Alcuni giorni fa l’ho chiamato al telefono per chiedergli di raccontarmi che esperienza aveva fatto in campagna elettorale e come stava. «Stiamo festeggiando la vittoria di questo metodo che è stato il cuore della nostra campagna elettorale. In questa città – si trovava a Nuevo Horizonte, una città a 400 chilometri da San Paolo – il 50 per cento della popolazione mi ha votato». La cosa che mi colpisce di più è come fa un candidato a chiedere a una persona il voto senza coinvolgersi in un rapporto personale. Me lo ha spiegato bene Marcos.
«Prima delle elezioni era evidente il desiderio di cambiamento manifestato dalla popolazione, che aveva dimostrato un malcontento sopratutto verso il governo federale e la sua politica economica. Credo che il risultato delle urne abbia rivelato il vero volto del Brasile: un paese al limite della recessione, con una crescita del Pil nell’anno 2014 stimata intorno allo 0,3 per cento e un tasso di inflazione del 6,5 per cento. E per i poveri la situazione è ancora peggiore perché i prezzi che aumentano di più sono quelli degli alimenti.
È stato in questo scenario che anche io ho potuto competere come candidato deputato per lo Stato di San Paolo. Credo che questa sia stata la decisione più difficile che ho dovuto affrontare, ma anche la più bella. Difficile perché in ogni elezione il potere economico può essere determinante. Bella perché qui in Brasile non si vota una lista come avviene in Italia; qui si danno le preferenze a ogni candidato, quindi ogni voto va sudato. Dopo una campagna elettorale molto difficile, abbiamo ottenuto 76.685 voti, raggiunti grazie allo sforzo di molti amici che con tanto affetto e disponibilità hanno aiutato. In tutti i modi possibili, perfino economicamente. Credo che la cosa più bella sia stata l’impegno personale di ciascuno nell’uscire dalla propria casa per occuparsi del bene comune, raccontando la storia dell’Associazione e della nostra lotta quotidiana per aiutare le persone ad avere una casa e a studiare all’università».
Oltre l’esito
Come racconta Marcos, il rapporto con questi amici lo ha anche aiutato a comprendere ancora di più il vero compito della politica e del suo mandato: «La costruzione del bene comune nella vita delle persone. In una campagna elettorale piena di candidati con molti soldi e con strutture gigantesche, noi abbiamo costruito la vittoria grazie all’amicizia, alla comprensione del vero significato della politica, alla realizzazione del bene comune. La vittoria non è stata mia, ma di migliaia di persone che hanno preso la mia candidatura come fosse la loro. Hanno dato l’esempio che è possibile vincere un’elezione senza bugie e senza potere economico, ma solo attraverso la testimonianza di cosa può fare la politica vissuta in modo adeguato: un servizio alle persone. Voglio ringraziare tutti gli amici e le amiche che ci hanno fatto compagnia in questa bella avventura, anche chi era distante come gli amici italiani».
Come racconta Marcos, il rapporto con questi amici lo ha anche aiutato a comprendere ancora di più il vero compito della politica e del suo mandato: «La costruzione del bene comune nella vita delle persone. In una campagna elettorale piena di candidati con molti soldi e con strutture gigantesche, noi abbiamo costruito la vittoria grazie all’amicizia, alla comprensione del vero significato della politica, alla realizzazione del bene comune. La vittoria non è stata mia, ma di migliaia di persone che hanno preso la mia candidatura come fosse la loro. Hanno dato l’esempio che è possibile vincere un’elezione senza bugie e senza potere economico, ma solo attraverso la testimonianza di cosa può fare la politica vissuta in modo adeguato: un servizio alle persone. Voglio ringraziare tutti gli amici e le amiche che ci hanno fatto compagnia in questa bella avventura, anche chi era distante come gli amici italiani».
«L’incontro con don Giussani, don Carrón e gli amici di Cl mi hanno aiutato a comprendere la vita e a vivere la politica nella forma corrispondente. Durante questo periodo, abbiamo fatto tutto quello che pensavamo necessario per vincere, ma non siamo mai stati schiavi del risultato. L’appartenenza al movimento mi ha fatto capire che tutto quello che accade è per il nostro bene; ho la certezza di essere amato e che non sono la vittoria o la sconfitta che mi devono determinare quanto la certezza che il mio nome e il tuo nome sono scritti nel Cielo».
paldo.trento@gmail.com
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