mercoledì 4 febbraio 2015
Il 7 marzo in piazza San Pietro l'abbraccio di Cl al Papa
L'appuntamento è per sabato 7 marzo in piazza San Pietro. Sarà il primo incontro pubblico tra Papa Francesco e il popolo di Comunione e liberazione, che celebra i sessant’anni dall’inizio del movimento e il decennale di don Luigi Giussani.
Nei giorni scorsi Julián Carrón, il sacerdote spagnolo che dal 2005 è succeduto al fondatore, ha scritto una lettera ai membri della Fraternità di Cl: «Tutti noi siamo stati educati a riconoscere nella figura di Pietro il fondamento della nostra fede. Siamo contenti di poter esprimere al successore dell’Apostolo tutta la nostra devozione e la nostra gratitudine per come sostiene la nostra fede, con la sua continua testimonianza e attraverso il suo magistero così pertinente alle sfide del presente».
In piazza San Pietro sono attese decine di migliaia di persone provenienti da molti degli ottanta Paesi in cui il movimento è presente oltre che dalI’Italia, dove le comunità di Cl stanno organizzando centinaia di pullman e treni speciali. All’udienza con Benedetto XVI, nel 2007, parteciparono oltre settantamila persone.
Nella sua lettera Carrón sottolinea che l’incontro è mosso dal «desiderio di imparare da papa Francesco come essere cristiani in un mondo in così rapida trasformazione. E sono sicuro che la conoscenza che il Papa ha di don Giussani attraverso i suoi scritti gli consentirà di offrirci spunti di giudizio, indicazioni e suggerimenti consoni alla nostra strada».
Nel 1999, in occasione della presentazione a Buenos Aires dell’edizione argentina de "Il senso religioso", il best seller del fondatore di Cl, l’arcivescovo Jorge Maria Bergoglio disse: «Da molti anni gli scritti di Giussani hanno ispirato la mia riflessione. (...) Il senso religioso non è un libro ad uso esclusivo di coloro che fanno parte del movimento; neppure è solo per i cristiani o per i credenti. È un libro per tutti gli uomini che prendono sul serio la propria umanità. Oso dire che oggi la questione che dobbiamo maggiormente affrontare non è tanto il problema di Dio, l’esistenza di Dio, la conoscenza di Dio, ma il problema dell’uomo, la conoscenza dell’uomo e il trovare nell’uomo stesso l’impronta che Dio vi ha lasciato per incontrarsi con Lui. (...) Non si può iniziare un discorso su Dio se prima non vengono soffiate via le ceneri che soffocano la brace ardente dei "perché" fondamentali. Il primo passo è creare il senso di tali domande che sono nascoste, sotterrate, forse sofferenti, ma che esistono».
E due anni più tardi, in occasione della presentazione di un’altra opera di Giussani, "L’attrattiva Gesù" (un termine ripreso anche nella Evangelii Gaudium al numero 39), così descriveva le ragioni di una consonanza ideale tra i due: «La prima è il bene che quest’uomo ha fatto a me, alla mia vita di sacerdote, attraverso la lettura dei suoi libri e dei suoi articoli. La seconda ragione è che sono convinto che il suo pensiero è profondamente umano e giunge fino al più intimo dell’anelito dell’uomo. Oserei dire che si tratta della fenomenologia più profonda e, allo stesso tempo, più comprensibile della nostalgia come fatto trascendentale».
In questi giorni, la morte del Servo di Dio don Luigi Giussani (22 febbraio 2005) e il XXXIII del riconoscimento pontificio della Fraternità di Cl vengono ricordati con la celebrazione di Messe in centinaia di città in Italia e nel mondo, secondo questa intenzione: «Nel X anniversario della nascita al Cielo di don Giussani e nell’imminenza dell’incontro con il Santo Padre a Roma, chiediamo al Signore la grazia di vivere fino in fondo l’invito di papa Francesco a "preservare la freschezza del carisma... rinnovando sempre il "primo amore"... sempre sulla strada, sempre in movimento, sempre aperti alle sorprese di Dio».
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