domenica 6 settembre 2015

Omelia di S.E.R. Card. Angelo Scola, Arcivescovo di Milano - Domenica 6 settembre 2015

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Messa del creato
Is 63,7-17; Sal 79 (80); Eb 3,1-6; Gv 5, 37-47

 

Duomo di Milano

Domenica 6 settembre 2015




Omelia di S.E.R. Card. Angelo Scola, Arcivescovo di Milano



Carissime sorelle, carissimi fratelli in Cristo Gesù, qui presenti e che ci seguite attraverso i mezzi di comunicazione,

1. All’inizio dell’Assemblea liturgica abbiamo pregato con queste significative parole: «Dio onnipotente e provvido, che hai affidato all’uomo la terra perché ne fosse il custode saggio e il solerte operatore a gloria del tuo nome e a servizio dell’umanità presente e futura, svela ai tuoi figli la sapiente armonia che presiede e governa l’universo e dona loro di rispettarla religiosamente, trasformando la creazione con lavoro illuminato e fecondo». In esse è concentrato lo stile di vita con cui la giornata di oggi ci chiama a prenderci cura del creato. Ci è stato affidato perché ne siamo custodi saggi, solerti operatori a servizio dell’umanità presente e futura» (Orazione All’inizio dell’Assemblea liturgica) .
La Lettura, tratta dal profeta Isaia, è una supplica. In essa emerge il rapporto tra Dio autore del creato e le Sue creature. Dice infatti il profeta: «Dov’è colui che lo fece salire dal mare,… che divise le acque,… che li fece avanzare tra i flutti come un cavallo nella steppa,… come armento che scende per la valle…? Guarda dal cielo…» (Lettura, Is 63-11-15). «Il fremito delle tue viscere e della tua misericordia» reggono e sorreggono angeli, uomini, esseri viventi e cosmo intero… Tu sei nostro Padre» (Lettura, Is 63,15-16).
In questo abbraccio del Padre possiamo compiere quell’esperienza di unità che consente un rapporto costruttivo non solo con noi stessi, con gli altri e con Dio, ma anche con tutto il creato. Questo sguardo unitario è stata chiamato da Papa Francesco «ecologia integrale» (Laudato si’ (nn. 137-162). Sarà un aspetto importante dell’Anno Santo della Misericordia, un giubileo che domanda una relazione adeguata con tutte le creature.

2. Nel Salmo responsoriale ricorre il tema della vigna che il Signore pianta e lavora perché dia frutto. E questa vigna siamo noi. Nell’Epistola si parla della casa (Eb 3,6), dimora di cui siamo parte, prima in relazione a Mosè e poi a Gesù Cristo. Termini questi che ci riportano al tema del creato.
Papa Francesco con l’enciclica Laudato si’ colloca il tema del rapporto col creato all’interno di una visione dinamica. «Lo scopo finale delle altre creature non siamo noi. Invece tutte avanzano, insieme a noi e attraverso noi di noi, verso la meta comune, che è Dio, in una pienezza trascendente dove Cristo risorto abbraccia e illumina tutto» (Laudato si’, 83).
A questa consapevolezza noi veniamo educati dalla vita quotidiana della Chiesa, che fa del pane e del vino elementi essenziali dell’Eucaristia, fonte e culmine della vita cristiana. Questo armonico rapporto con il creato è un cammino niente affatto scontato, per il quale il Papa non teme di parlare di conversione (cfr Laudato si’, 217). Miliardi di uomini siamo chiamati a cambiare centinaia di comportamenti. Per mantenere viva questa urgenza di conversione ecologica il Papa, in comunione con la Chiesa Ortodossa, ha istituito La Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, che abbiamo celebrato per la prima volta lo scorso 1° settembre.


3. Come nutrire il pianeta? Come “uscire” incontro all’affamato e al povero per guardare con occhio semplice il cammino della famiglia umana? Come vivere adeguatamente il bisogno nostro e come condividere, in atteggiamento di ordinata accoglienza, quello degli altri come faceva Gesù? Come sostenere fattivamente quanti, fratelli cristiani, uomini delle religioni e costruttori di giustizia, vengono perseguitati? Come accogliere la misericordia di Dio che ci libera dal nostro peccato?
Sono domande che sgorgano da questa Giornata per la custodia del creato e rivelano quanto l’ecologia integrale ci chieda di avere gli stessi «sentimenti di Cristo» (Fil 2,5) e il suo stesso pensiero (cfr 1Cor 2,16). Eviteremo in tal modo di cadere sotto il severo monito di Gesù misericordioso: «Voi non volete venire a me per avere la vita» (Vangelo, Gv 5,40), perché «non avete in voi l’amore di Dio» (Vangelo, Gv 5,42).


4. Maria Nascente, aurora di salvezza, che festeggeremo tra due giorni come patrona del Duomo di Milano, aumenti in noi il desiderio di cercare, con tutte le nostre forze, il volto di Gesù che la Vergine ha intensamente contemplato. Amen.

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