venerdì 1 maggio 2015

Il Papa ai Cursillos: sempre più in cammino verso i lontani


“Più in là sempre oltre”, fedeli al vostro carisma: questo l’incoraggiamento del Papa alle migliaia di Cursillos di Cristianità, accolti ieri pomeriggio, nell’Aula Paolo VI, in Vaticano, in occasione del terzo incontro Europeo di questo movimento nato negli anni ’40 da un gruppo di giovani spagnoli nell’isola di Mallorca ed oggi diffuso in tutti i continenti, da 70 anni presente in Europa, da 50 anni in Italia. Il servizio di Roberta Gisotti:
“Ultreya”, più in là sempre oltre: il saluto dei pellegrini di Santiago di Compostela, scelto per dare il nome a questo incontro europeo dei Cursillos, circa settemila, arrivati a Roma per incontrare il Papa. Ma l’evento era previsto domani, e Francesco si è simpaticamente scusato:
“E’ stata una confusione! Voi sapete che il Papa è infallibile quando fa definizioni dogmatiche, cosa che si fa, ma raramente … Ma anche il Papa ha i suoi difetti e con i suoi difetti non c’entra l’infallibilità! E questo Papa è poco ordinato e anche indisciplinato…”.
Tra i fondatori del movimento dei Cursillos il Papa ha citato Eduardo Bonnin Aguilo e il vescovo di Mallorca, Juan Hervas y Benet, che accompagnò la crescita del movimento:
“Furono autentici missionari: non esitarono a prendere l’iniziativa e coraggiosamente si avvicinarono alle persone, coinvolgendole con simpatia e accompagnandole nel cammino della fede con rispetto e amore. Questo è importante: la simpatia, la compagnia...  Una cosa del vostro movimento: voi non avete fatto proselitismo! E questa è una virtù”.
Quindi l’invito di Francesco ai Cursillos di oggi:
“Quanto è necessario uscire, senza mai stancarsi, per incontrare i cosiddetti lontani!”.
Ma per aiutare gli altri a crescere nella fede “occorre sperimentare in prima persona la bontà e la tenerezza di Dio”:
“Egli non ci chiede nulla in cambio, chiede solo di accoglierlo, perché l’amore di Dio è gratuità, dono puro”.
Proprio l’“ardente desiderio di amicizia con Dio” dei Cursillos ha aiutato – ha sottolineato Francesco - migliaia di persone in tutto il mondo “a crescere nella vita di fede”:
“Nel contesto odierno di anonimato e di isolamento, tipico delle nostre città, quanto è importante la dimensione accogliente, familiare, a misura d’uomo, che voi offrite negli incontri di gruppo”.
Ma restare nel “piccolo gruppo” non basta, bisogna aprirsi “ad una dimensione sociale ed ecclesiale più grande”:
“È bello aiutare tutti, anche chi fa più fatica nel vivere la propria fede, a rimanere sempre in contatto con questa madre, sempre vicini a questa grande famiglia accogliente che è la Chiesa”.
Poi l’invito:
“Vi incoraggio ad andare ‘sempre oltre’, fedeli al vostro carisma!”.
“A raggiungere i lontani, senza fare proselitismo - ha sollecitato Francesco - a uscire dalla propria comodità e avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie”:
“Voi questo lo avete sentito, ve lo ho detto parecchie volte. Ma nelle grandi città, città cristiane, anche in famiglie cristiane, ci sono bambini che non sanno fare il segno della croce. E questa paganizzazione della società ci richiama: fate qualcosa per evangelizzare”.
E poi ancora il Papa, sollecitato dalle domande poste dai Cursillos, ha chiesto:
“Come fidarsi dello Spirito Santo, a tal punto da osar portare l’annuncio della Misericordia di Dio, dove Lui non è cercato? Ma, se non ti fidi dello Spirito Santo, torna a casa tua, eh! E pensa. Va a cercare un’altra religione più gnostica, più ideologica. Gesù ci ha detto: ‘Io non vi lascio da soli. Io vi invierò lo Spirito’. E cosa fa lo Spirito? Due cose. Ci ricorda quello che Gesù ci ha insegnato e ci insegna cosa dobbiamo fare. Poi questo fidarsi dello Spirito è sorprendente!”.
Da qui l’importanza di pregare per discernere “la novità che lo Spirito Santo suggerisce dalla novità che, invece, allontana dal carisma”:
“Prega! Chiedi! La preghiera: senza la preghiera non può andare avanti nessun movimento. Nessuno!”.
Infine, Francesco chiudendo l’incontro:
“Com’è bello annunciare a tutti l’amore di Dio che salva e dà senso alla nostra vita!”.

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